Eppure Mancini un’idea di come vanno queste cose doveva pur avercela, se è vero che nel 2000 non chiese la radiazione a vita di Mihajlovic, suo compagno di squadra nella Lazio, accusato di aver pronunciato insulti razzisti contro Vieira in occasione di un Lazio-Arsenal di Champions League. “Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti, credo che possano superare le tensioni e finirla – dichiarò all’epoca l’attuale allenatore dell’Inter – Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’importante è che tutto finisca li”. Ecco, appunto.
Ieri sera, invece, il Mancio non ne ha azzeccata una. E forse per fare di meglio non serviva neanche tanta esperienza di campo, già a scuola si dovrebbe imparare che le liti fra compagni di banco non si risolvono piangendo dalla maestra e chiedendo la sospensione dell’alunno avversario. L’unica speranza affinché il calcio, nonostante le tv, i miliardi, i presidenti stranieri, la Fifa e la Figc resti uno sport autentico è proprio la conservazione di questi arcaismi, di questi atteggiamenti elementari. In fin dei conti lo sport è l’ultima occasione per dar vita a un Männerbund che ancora ci sia concessa. Lo spogliatoio è l’ultima riserva di virilità, dove sin da piccolo il bambino impara ad essere uomo insieme ai suoi coetanei, almeno finché si riesce a impedire alle mamme mediterranee di violarne lo spazio, cosa che sfortunatamente accade sempre più spesso.
È questo segreto virile custodito dallo spogliatoio che rende lo sport sempre un po’ indigesto al boldrinismo dei tempi attuali, che per recuperarlo deve poi infilare messaggi “equi e solidali” un po’ ovunque. Il campo e lo spogliatoio hanno una loro logica, che davanti alle telecamere non vale più: i primi sono ancora vita autentica, le seconde veicolano la fuffa retorica che al al calcio fa da spiacevole contorno. Nella vita autentica, si perdono anche le staffe, ci si manda a quel paese, si insultano le mamme e ci si dice “finocchio”. Talvolta volano anche un paio di schiaffi. Poi si fa pace. O magari no. Ma si resta sempre in quella dimensione elementare, priva di sovrastrutture, che è l’unica cosa che ancora ci distingue dagli automi boldriniani, così pieni di civismo, di indignazione, di valori costituzionali.
Adriano Scianca
3 comments
Sarri è razzista o Mancini dei furbi è il primo della lista, o il buonsenso nel catalogo del pensiero umano(ide) è l’ultimo della lista? Ah, saperlo.
A Sarri va già bene che gli diano due giornate di squalifica. Alcuni siti “gay-friendly”(?) suggeribbero pubbliche flagellazioni con frustate in ginocchio nella piazza del “Gay Pride” e dei “diritti civili” con successiva crocifissione. (magari nei paesi “evoluti” succede anche questo). Di fronte a ciò dico: FINOCCHIO! FROCIO!
P.S: In effetti Mancini una checca sembra esserlo…
onore a Sarri ultimo dei romantici