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Mihajlovic, insulti antifascisti: “Nazista, non ci fai pena”

by Ilaria Paoletti
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Roma, 28 ago – L’allenatore Sinisa Mihajlovic è tornato in panchina, per seguire il suo Bologna. ll ritorno di Mihajlovic è avvenuto a soli 41 giorni dall’inizio delle cure atte a combattere la forma di leucemia che lo affligge.

Sulla panchina del Bologna

Mihajlovic ha raggiunto la squadra del Bologna nel ritiro pre match con l’Hellas Verona in maniera del tutto inaspettata: né la squadra né i membri dello staff tecnico ne erano stati avvertiti. Il Bologna, guidato dal tecnico serbo, ha pareggiato contro la squadra gialloblu 1-1. Mihajlovic è in cura presso il reparto di ematologia dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Michele Cavo, il primario, ha spiegato all‘Ansa: “Devo dare merito al paziente, che ancora una volta è stato scrupoloso e si è attenuto perfettamente alle raccomandazioni. Quello che è avvenuto ieri non sarà un episodio isolato: mi riferisco alla possibilità di essere in campo”.

La solidarietà unanime dei tifosi

All’arrivo di Sinisa sulla panchina, i tifosi dell’Hellas hanno applaudito congiuntamente a quelli dei suoi sostenitori rossoblu. E mentre il Bentegodi accoglieva caldamente il coraggio e la compostezza del tecnico serbo, sui social network insieme ai molti complimenti e messaggi di speranza c’è stato chi proprio non ha saputo trattenersi dal criticare il 50enne serbo per le idee politiche espresse in passato. Su internet, si sa, le persone tirano fuori il peggio di sé: più di tutti, sembrano riuscire nell’impresa i democratici antifascisti che insieme al livore si trovano anche giustificazioni etiche. “Per me un nazista resta tale anche se malato”, “Da amico di stragisti a Santo il passo è breve”, si legge in giro per Facebook. Addirittura, un giornalista del sito di informazione Fanpage (quello con cui collabora Saverio Tommasi, per intenderci) ha pensato di dedicargli un intero pezzo in cui ci spiega, per filo e per segno, perché non può provare compassione per Mihajlovic.

Solidarietà? No, grazie

Il giornalista, che risponde al nome di Gennaro Marco Duello, sia all’inizio che alla fine del suo articolo mette bene in chiaro che si prende la responsabilità delle sue azioni dicendo di non avere molto a cuore la vicenda umana dell’allenatore serbo. Quello che ci dice in mezzo, è che la ragione per cui non riesce a sostenere questa prova sono le idee politiche di Mihajlovic: “Non riesco a empatizzare con Sinisa Mihajlovic perché la sua idea politica, e quindi anche il suo modo di vivere, non mi è mai andata a genio” si legge nel pezzo pubblicato ieri. “Nazionalista serbo, nostalgico del regime di Milosevic, sostenitore e amico del criminale Željko Ražnatović, la tigre Arkan onorata pure dalla curva laziale sotto suo suggerimento”.

Ma era meglio il silenzio

“Per questo motivo” scrive ancora Duello “in un momento storico in cui l’esaltazione del nazionalismo rischia di mandarci tutti al baratro, preferisco per questo tirarmi fuori dal coro dei “campione”, “guerriero” e “hai vinto tu” perché per me non ha vinto un bel nulla. Combatte la sua malattia con grande dignità, come tanti nella sua posizione. E basta così”. E basta così: sarebbe dovuto essere l’intero testo di questo articolo. Mihajlovic è semplicemente tornato a fare il suo lavoro. Dagli addetti ai lavori ai tifosi, tutti gli si sono stretti attorno per le sue innegabili doti umane e calcistiche. Nessuno ha pensato di dovergli solidarietà in virtù delle sue idee politiche: solo i soliti si sono sentiti in dovere di specificare perché, invece, non la meriti. Opinione non richiesta, inutile e dettata da manie di protagonismo o, al limite, scarso senso del decoro. Sinisa è tornato in campo senza proclami, dice bene il giornalista di FanPage. Del suo “modo di vivere”, come lo chiama lui, non ci ha informati e non gli interessa farlo. E immaginiamo o speriamo che queste opinioni prive di contenuto non gli arrivino nemmeno. Sinisa vive di calcio e noi con lui. E’ stato dimesso e sarà sulla sua panchina anche nel match contro la Spal. Forza Sinisa.

Ilaria Paoletti

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4 comments

rino 28 Agosto 2019 - 4:01

Personalmente ho trovato fuori luogo l’esposizione mediatica relativa al fatto privato occorso poco tempo fa alla giornalista delle iene, poi deceduta: eppure mi sono zittito.
Questi stanno sempre a pontificare: che palle!

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SergioM 28 Agosto 2019 - 8:43

Servono altre dimostrazioni ?
Il kattokom è una malattia mentale ….

Auguroni Sinisa , sei un vero GUERRIERO !

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Cesare 31 Agosto 2019 - 10:11

Milosevic è stato un grande ed ha ragione Mihaylovic.Ha combattuto contro la famosa “europa che ha generato pace” venendo bombardato anche dall’ Italia perchè le bombe dovevano portare la “democrazia e giustizia”.Nella realtà serviva disgregare la Jugoslavia perchè questa faceva parte del movimento dei paesi non allineati e quindi non era schiava dei banchieri oligarchi occulti mondiali come invece oggi siamo noi e la maggioranza delle nazioni del mondo.Come ricorderete fu bombardata l’ edificio della televisione con molti morti e non era un errore; bisognava silenziare il paese.Dopo Milosevic fu processato da un tribunale inventato dai padroni mondiali e muori’ in carcere in circostanze misteriose.Se i grandi moralisti ignoranti che condannano Sinisa almeno sapessero queste cose forse ci ripenserebbero a fare gli scandalizzati dall’ alto dei loro pulpiti composti da escrementi

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Primula Nera 16 Dicembre 2022 - 4:11

Quindi ,seguendo il “ragionamento” del “giornalista” di Fangpage, anche chi vota a destra dovrebbe essere giustificato nel non provare compassione per un progressista che muore o è malato. Non si capisce, allora, perchè ogniqualvolta accada qualcosa ad uno di loro sia preteso il cordoglio o la solidarietà(ed in caso contrario si parla di barbarie).

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