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Misteriosi voli italiani verso il Mar Rosso e legami con l’operazione anti-pirateria

by Alberto Celletti
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voli italiani mar rosso

Roma, 12 feb – Si muovono i voli italiani nel Mar Rosso. Anche se, come riporta il Giornale, lo scopo ancora non è certo. Avvolta nel mistero è la natura di uno in particolare, nella fattispecie un Dassault Falcon 50 dell’Aeronautica Militare Italiana.

Voli italiani verso il Mar Rosso

Pur appartenendo all’Aeronautica, il Dassault è utilizzato per il trasporto dei “Vip”. Dai tracciamenti risulta sia partito e si sia diretto in direzione Sud, ma non si è potuto risalire all’aeroporto di destinazione e, di conseguenza, alla rotta completa. Si fa strada la possibilità che l’aereo fosse diretto verso Gibuti, lungo lo Stretto di Bab el-Mandeb, e che faccia parte delle operazioni preliminari della missione europea concordata tra Italia, Francia e Germania. Roma contribuirà con assetti aeronavali, “tra cui un cacciatorpediniere della classe Andrea Doria (o Orizzonte) e almeno una fregata della classe Carlo Bergamini (o Fremm), che lavoreranno in coordinamento con G-550 Caew (Conformal Airborne Early Warning) dell’Aeronautica Militare, e che si uniranno agli assetti inviati dalle altre nazioni europee partecipanti alla missione”.

Comincia l’operazione anti-pirateria?

La decisione di organizzare una missione difensiva nel Mar Rosso, come già abbiamo avuto modo di commentare a riguardo qualche settimana fa, probabilmente è inevitabile per gli interessi italiani, nonostante i rischi che si porta dietro in questo preciso momento storico in cui il Medio Oriente si sta rivelando una polveriera “in progressione geografica” e coinvolgente territori sempre più ampie dello scacchiere geopolitico. Di certo la missione Atalanta, concordata con gli alleati francesi e tedeschi, potrebbe partire a breve scadenza, considerato anche il movimento di ulteriori mezzi militari nei giorni scorsi, e i rilievi effettuati dai radar, unitamente alla natura dell’ultimo velivolo intercettato, lasciano pensare che dovremmo essere prossimi a una concretezza.

Alberto Celletti

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