Roma, 30 giu – Multiculturalismo, quell’ossessione sedicente antirazzista che anima i cosiddetti ed autoproclamatisi “buoni” dell’intellighenzia occidentale. Gli scontri in Francia sono soltanto l’ennesimo esito di un’imposizione barbara, incivile, sprezzante di ogni diritto sia dei popoli autoctoni occidentali che di quelli “di importazione” mondiale, spacciata pure per attività umana, solidale e soprattutto “spontanea”.
Il multiculturalismo è una violenza contro l’essere umano, e gli scontri francesi sono solo l’ultimo capitolo
La Francia conosce il problema del multiculturalismo e delle banlieue almeno dalla fine degli anni Settanta. Ovvero da quando le così chiamate – in lingua originale – periferie hanno iniziato a bruciare. Fenomeni che si sono approfonditi nei decenni conseguenti e che hanno coinciso con la crescente popolarità dell’allora Front National (ossi Rassemblement). Nel 2005 l’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy si trovò ad affrontare addirittura una rivolta così estesa nelle periferie di moltissime città del Paese da dover imporre un coprifuoco che sarebbe durato settimane. Stesse situazioni si verificano regolarmente in Nazioni come Inghilterra, Belgio, per non parlare neanche della Svezia. L’immigrazionista medio, quello che incita dai banchi europei alla “solidarietà obbligatoria” o dalle cabine elettorali al “refugees welcome” e a scemenze come “processi inarrestabili della storia”, mascherando la sua penosa ignoranza pure con salda cultura, non sa perché. O meglio, si rifiuta di ragionarci.
Non riesce a capire l’impossibilità di mettere insieme popoli tanto diversi, non si rende conto quanto la pacificazione stia nei sacrosanti luoghi di origine e nei dialoghi con le altre nazioni, nel concetto di “ospite” (che può essere eccome gradito, non odiato a prescindere). Vuole ignorare completamente l’impossibilità – proprio tecnica, matematica – che orde di clandestini e immigrati in generale possano avvertire il desiderio di mutare identità vecchie di millenni. Continua a credere che l’identità sia un pezzo di carta straccia, non rendendosi minimamente conto di quanto sia solida la sua, nonostante il più delle volte la disprezzi e anzi, forse se ne vergogni pure, schiacciato dalle idiozie sul razzismo e sulla distruzione delle differenze umane. Il multiculturalismo, oltre ad essere un fallimento evidente agli occhi di chiunque abbia un minimo di percezione della realtà, è anche questo: una violenza contro l’essere umano. Tra le peggiori mai perpetrate nella storia dell’umanità. Talmente marcia da invocare l’antirazzismo producendo l’esatto opposto: razzismo e violenza tra popoli. Perché la natura, quando è oppressa, spesso si comporta in un modo arcinoto: si ribella.
La barbarie di forzare popoli diversi a stare insieme
L’incivile violenza sta tutta lì: nella forzatura. Usando come strumenti dialettici quello della pace, del sole, del cuore e dell’amore. Tutto presunto e poco concreto, perché ciò che si persegue è l’esatto opposto: è aggressività, è imposizione, è forzatura. In una parola, è barbarie. Il trucco è sempre lo stesso: mettere insieme è pace, allontanare è violenza. E in molti, in questi decenni, ci sono cascati. Dando per scontato che mantenere le proprie identità nei propri benedetti luoghi di nascita sia in qualche maniera un principio disumano, non si capisce bene in base a quale astruso ragionamento, visto che è l’umanità stessa ad essere da sempre stanziale e logicamente orientata a consolidarsi in comunità animate da principi, culture, etnie ed usi comuni. Non si capisce bene sulla base di quale assurdo ragionamento comunità diverse dovrebbero per forza, in ogni circostanza, farsi la guerra e non poter dialogare come sempre hanno fatto nella storia dell’umanità (oltre, ovviamente, ai conflitti che solo uno stupido potrebbe pensare di eliminare completamente).
Nel frattempo la guerra la si porta in casa propria. Costringendo popoli diversi a vivere nello stesso contesto, con le ovvie e tragiche conseguenze del caso. Conseguenze che Paesi come la Francia o l’Inghilterra conoscono bene da almeno sessant’anni, e che l’Italia sta iniziando “felicemente” a sperimentare da qualche decennio. Ignorate completamente, continuando a cianciare della favoletta dei “nuovi francesi”, inglesi, svedesi e da qualche tempo anche italiani e tedeschi. Mentre le periferie bruciano e a pagare per prima è proprio la povera gente. Ma chissenefrega, l’importante è forzare, costringere, far esplodere. Sempre con la bella faccia di chi dice di voler accogliere.
Stelio Fergola
1 commento
Trovo inappropriato riferirsi a questa invasione incontrollata dell’Europa come “multiculturalismo”. Questa massa di bestie è proprio l’assenza di cultura.
Il multiculturalismo sarebbe una società fatta di culture diverse, cioè quello che l’Europa era una volta con le sue culture diverse. Milioni di individui incolti che si riversano come una cascata non è multiculturalismo, è semplicemente barbarie.
E questo è proprio la castrazione di tutte le culture in Europa, un elemento destabilizzante, diretto e nelle mani di quattro criminali per citare uno il più criminale: Soros.