Home » Nella realtà come sui social: il potere del ban contro le idee non conformi

Nella realtà come sui social: il potere del ban contro le idee non conformi

by Sergio Filacchioni
0 commento
potere ban

Roma, 16 feb – Negli ultimi tempi si sta assistendo all’interno del panorama scolastico (e non solo) ad un fenomeno peculiare: l’adattamento della realtà ad una prassi “virtuale”. Sui social – lo sappiamo bene – le grandi multinazionali come Meta o X sospendono o chiudono profili considerati pericolosi e si adoperano per stanare fakenews e contenuti “violenti”. Ciò che però fin ora era stato un potere recluso alla sfera social, appunto, si sta riversando sulle esigenze degenerate di sicurezza della politica e della cultura italiana. In modo assolutamente trasversale agli schieramenti.

Il potere del ban

Che il “mondo libero” occidentale e democratico stesse scivolando verso una nuova forma di autoritarismo soft era chiaro. Il Covid19, la guerra in Ucraina e le varie narrative emergenziali hanno già tracciato un “prima” e “dopo” per la nostra storia. Interessante osservare, dal mondo della scuola italiano, come si stia formando una vera e propria “bannocrazia“: un vero e proprio potere del ban, che dai social verso la realtà (e viceversa) alimenta una forma del tutto nuova di ostracismo. Vediamoci un attimo più chiaro con alcuni esempi degli ultimi mesi. Ottobre 2023: Giuseppe Valditara – Titolare del Ministero dell’Istruzione e del merito – manda attraverso l’ufficio scolastico della Lombardia gli ispettori in due scuole di Milano per trovare i colpevoli di alcuni post a favore dell’attacco di Hamas ad Israele. Uno recitava “Quanto è bello quando brucia Tel Aviv“, l’altro un più sobrio “Palestina resiste“. Insomma commenti di studenti sui social diventano motivo di “caccia all’uomo” nella realtà. Febbraio 2024: sempre il Ministro rilancia un’idea punitiva di scuola affermando che “Chi occupa una scuola e la danneggia va bocciato“. Lungi dal merito del danneggiamento, è evidente che nessun sano di mente può pensare di poter distinguere all’interno di un’occupazione studentesca chi è il “buono” e chi il “cattivo”, salvo delazioni (triste copia della segnalazione social?) o accuse provate verso qualcuno in particolare, il che – va detto – non è un sistema educativo molto esaltante. Sembra piuttosto che queste misure, così come quelle applicate da Meta e X nella loro sfera; così come quelle adoperate in passato in contesti come gli Stadi contro le tifoserie; tendano soltanto a mascherare deliri repressivi dietro un’idea utopica e degenerata di sicurezza. Insomma, la tendenza è quella di voler rendere tutti quelli “politicamente scorretti” automaticamente delinquenti, pericolosi e quindi punirli con l’isolamento dal resto del mondo. Il ban. Dulcis in fundo, oggi l’Università Bocconi di Milano ha deciso di sospendere per sei mesi gli autori di alcuni commenti sprezzanti sotto i post dell’ateneo sui bagni neutri.

Isolare e punire

Evidentemente il nuovo leitmotiv è proprio questo: isolare e punire. Perchè in fondo cosa sono sospensioni, bocciature e ban se non un isolamento degli individui o delle associazioni dal pubblico, sia esso reale o virtuale? Sembra ancora più evidente che la ferocia con cui i social perseguono la propria repressione incontrollata di movimenti senza che essi abbiano commesso alcun reato è direttamente proporzionale all’accanimento con cui pensieri, parole ed opinioni differenti sono punite nella realtà con il medesimo metodo di allontanamento. I social sono la nuova fonte del diritto? Non lo so, forse è una domanda retorica, ma so che è bastata qualche settimana di “wave” Ferragni e Pandorogate per arrivare ad un decreto legislativo sul controllo delle attività degli influencer ma… udite udite, non sul controllo delle piattaforme sulle quali agiscono. Come punire un cameriere perchè il proprietario del ristorante è insolvente verso i fornitori. Oppure vogliamo parlare dei decreti che vogliono punire i minorenni come quello giunto dopo i fatti di Caivano? O le intenzioni di militarizzazione della scuola annunciate dal Ministro dell’Istruzione dopo un’aggressione ad un docente? Quel che sembra è che siano i social e le tendenze a decidere le urgenze, a dettare l’agenda scalzando problemi più seri, mentre chi differisce viene isolato e punito. La bannocrazia è un ibrido pericoloso di politica e policy ed uno si alimenta con l’altro; fa specie che ad alimentarne il potere sono proprio quelle generazioni che criticano i più giovani di “vivere sui telefonini”: adeguandosi ad una prassi del genere, si virtualizza il reale e si realizza il virtuale, provocando una seria standardizzazione al ribasso ed abolendo – di fatto – ogni pensiero critico. Una Repubblica del ban abitata da conformi o bannati. Se per gli studenti l’unica scelta è tra “Ti boccio” e “Ti banno”, ben venga un’occupazione che distrugge tutto quanto.

Restare differenti, restare agitati

Se questa bannocrazia tende ad uniformare il mondo su un’unica dimensione quel che serve è ovviamente una sana e robusta opposizione in grado di agire in questo nuovo limbo di virtuale e reale, che li sappia abitare entrambi con il medesimo senso di responsabilità, senza fare troppe distinzioni e senza coltivare pregiudizi dualistici di verità e menzogna. Non c’è un mondo “vero” da difendere e uno falso da combattere. Non c’è una red pill da poter prendere, ma una via da seguire sì: costruire di nuovo quello spazio pubblico in cui cultura ed idee possono scontrarsi liberamente per alimentare la dinamo della storia, uno spazio conforme alla nostra idea del mondo. Uno spazio dove possano regnare un sano spirito eretico ed un’indomabile voglia di vita. Non c’è niente di più sbagliato che credere che un social non possa essere vinto: è pur sempre uno strumento e come tale va trattato. Se c’è una cosa che va combattuta è questa infinita, monotona e tristissima noia che ha il grande difetto di prendersi troppo sul serio.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati