Roma, 18 apr – Stavolta il presidente del Consiglio Giorgia Meloni merita un applauso pieno, convinto, a scena aperta. Forse un appaluso “di sfogo”, sicuramente contestuale alla situazione, motivato dalla stanchezza per una pressione culturale francamente insopportabile che dura da decenni senza che nessuno possa quasi mai replicare. Ma lo merita. Perché la risposta a quella “mente illuminatissima” del ministro delle parità spagnolo Ana Redondo sull questione dell’aborto è diretta, senza fronzoli. Questo governo avrà fallito in tante cose, ma consentiteci di esprimere un minimo di respiro.
“Nessuna lezione dagli ignoranti”: la sberla di Giorgia Meloni alla Redondo
Ha risposto per le rime, il premier. Con parole dirette e forti, una volta tanto, una santissima volta, quelle che tantissimi italiani aspettano da sempre. Non sarà una rivoluzione, non sarà una svolta. Ma è una boccata d’ossigeno rispetto alla solita cricca intellettualoide che pretente di dare lezioni su cosa sia giusto e cosa si sbagliato da sempre. Per di più da un contesto rovinoso come quello spagnolo, probabilmente messo perfino peggio di quello italiano sulle questioni culturali, ormai in mano al delirio arcobalenato senza nessun freno. ” “Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni”, ha detto il presidente del Consiglio. La risposta è alla polemica lanciata dalla Redondo sul suo profilo X, sul quale aveva scritto che “”consentire le molestie organizzate contro le donne che vogliono interrompere la gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’ultradestra: intimidire per annullare i diritti, per fermare l’uguaglianza tra donne e uomini”. Sorvolando sul fatto di identificare FdI con la “ultradestra”, la frase si allinea ad un certo strepitio di una sinistra che non solo sembra favorevole all’aborto, ma pare del tutto intenzionata a renderlo quasi un obbligo. Ora non solo non si può essere intenzionati a scoraggiare quanto meno l’aborto, ma se lo si fa si consentono pure le “molestie organizzate contro le donne”. Una parola: basta.
Un’arroganza francamente insopportatile
Tentando con enorme fatica di sorvolare su un fatto culturalmente gravissimo (ovvero ripetere a macchinetta da anni che l’aborto sia un diritto e non una extrema ratio, rendendo “reale” la definizione al grande pubblico), la stanchezza per l’ostinazione con cui la cultura dominante combatte la vita è evidente. E ogni tanto, ma veramente ogni tanto, parole come queste aiutano a ritrovare le energie per la lotta. Lotta anzitutto contro chi pretende di scrivere pagine dogmatiche non avendo alcun titolo per farlo. Ma anche contro un pensiero nichilista e distruttivo che si sta rivelando alla base della caduta della nostra cadente ma gloriosa civiltà.
Stelio Fergola