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A New York un padre vuole sposare il proprio figlio. E fa richiesta al tribunale

by Cristina Gauri
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New York, 16 apr — Un padre di famiglia newyorkese ha fatto ufficialmente richiesta al tribunale di Manhattan di poter sposare il proprio figlio, definendola una questione di “autonomia individuale”. L’obbiettivo della causa è di far dichiarare «incostituzionali» le vigenti leggi federali sull’incesto. L’incesto è un reato di terzo grado secondo la legge di New York, punibile fino a quattro di reclusione: i matrimoni incestuosi sono considerati nulli e punibili con una sanzione e fino a sei mesi di carcere.

Il padre vuole sposare il figlio e cancellare e leggi sull’incesto

Lo riferisce il NYPost specificando che il padre, struggente d’amore per la propria prole, vorrebbe rimanere anonimo perché la richiesta è “un’azione che un ampio segmento della società considera moralmente, socialmente e biologicamente ripugnante”. Così è riportato nei documenti del tribunale. “Attraverso il legame duraturo del matrimonio, due persone, qualunque sia la relazione che potrebbero altrimenti avere l’una con l’altra, possono trovare un maggiore livello di espressione, intimità e spiritualità”, sostiene il genitore nella richiesta al tribunale federale di Manhattan presentata — ma purtroppo non è un pesce — il 1 aprile. La documentazione specifica che il figlio è adulto. “Gli aspiranti sposi sono genitore e figlio biologici e non sono in grado di procreare insieme“. Almeno questo…

“Le coppia formata da un genitore e un figlio adulto, per le quali la procreazione è virtualmente o letteralmente impossibile, possono aspirare agli scopi trascendenti del matrimonio e cercarne la realizzazione nel suo significato più alto”, è la sviolinata sostenuta dal padre.

Non ci sono molte speranze

Sylvia Law, professoressa di diritto della NYU, intervistata dal Post si ritiene possibilista. “Esistono casi noti di genitori che, separati dai loro figli quando questi erano bambini, li ritrovano decenni dopo intrattenendo relazioni sentimentali”. Eric Wrubel, l’avvocato di diritto matrimoniale assunto dal padre, non nutre in realtà molte speranze. “Un esempio di successo vagamente simile è quello di Woody Allen. Ma quella non era sua figlia, era una bambina adottata. E comunque la vicenda fa ancora rivoltare lo stomaco delle persone”, ha detto. Ha anche specificato che la coppia formata dal padre e dal figlio non ha ancora chiesto una licenza di matrimonio, e dal momento che non gli è stato negato alcun diritto fino ad ora, il contenzioso appare quantomeno “prematuro”. La situazione è parecchio grigia sotto il cielo dei “nuovi diritti“.

Cristina Gauri

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