Roma, 20 set – โLa patria dei francesi? ร la Appleโ, dicono ridendo fra loro due jiahdisti. E, diciamocelo, la triste analisi vale per tutta l’Europa occidentale, Italia compresa. Mentre la sinistra continua a raccontarci come la risposta al terrorismo sia nell’integrazione, chi si dia la pena di ascoltare la viva voce dei terroristi islamici ne ricava un’impressione pressochรฉ opposta. Lo hanno fatto due studiosi francesi, Xavier Crettiez e Bilel Ainine, che hanno pubblicato il libro “Soldats de Dieu. Paroles de djihadistes incarcรฉrรฉs”, appena uscito nelle libreria francesi. Si tratta di un saggio che raccoglie le testimonianze di vari jihadisti incarcerati in Francia. Da quel che leggiamo, il processo di โderadicalizzazioneโ non procede troppo spedito.
โColoro che abbiamo incontrato rivendicavano totalmente il loro impegno, cosa che lascia evidentemente perplessi quanto al lavoro di deradicalizzazioneโ, dice Crettiez al Nouvel Observateur. E riporta la dichiarazione di uno di loro che passa la giornata a leggere il Corano e che dorme per terra come forma di privazione devozionale: โNon ho alcuna voglia di uccidere nรฉ alcun odio per la Francia, ma uscendo di prigione sarรฒ costretto a faro, perchรฉ Dio lo vuole!โ. Non รจ l’unica dichiarazione sorprendente. Ecco cosa dice un tale Abdel: โUna volta ero in un bus e ho detto a un fratello che era con me: ‘Quando i talebani saranno qui, come faranno i francesi a fermarli?’. Egli ha riso e mi ha detto: ‘Ma tu pensi che combatteranno? Guardali!’. Allora ho girato la testa e li ho visti, le cuffie in testa e tutto il resto, gli chiedi di fare 100 metri e cadono a terra spompati. Che cosa vogliono fare! I giovani non sono piรน giovani qui, sono giร vecchi, non รจ un Paese per combattenti. Prendiamo i russi. Loro combattono, gridano, amano il loro Paese. ร un esercito difficile da combattere, perchรฉ ha uno scopo. Ma prendiamo invece un francese. Per cosa combatterร ? La patria? La patria dei giovani รจ la Apple! La bandiera francese l’hanno buttata fuori. Non c’รจ piรน niente di patriottico. Piรน passa il tempo, meglio sarร per noi. Perchรฉ si vede bene come sta diventando la societร francese. Al momento, non sembra che stia per diventare un Paese di combattentiโ.
I terroristi disprezzano la nostra societร . Eppure vi sono perfettamente integrati, a dispetto di quanto non ritenga la facile sociologia buonista. Gli autori del libro spiegano che alcuni degli intervistati avevano librerie molto ricche: i saggi sul totalitarismo di Hannah Arendt, Sorvegliare e punire di Michel Foucault, Il contratto sociale di Rousseau, Il Leviatano di Hobbes… Non solo: i jihadisti leggono anche le opere sociologiche sullo jihadismo. Sanno tutto ciรฒ che diciamo di loro e, spesso, condividono le nostre analisi. Crettiez spiega come alcuni di loro abbiano dimostrato di condividere le tesi sull’islam (giudicate โislamofobeโ da certi intellettuali nostrani!) di Zemmour e Onfray. Michel, un giovane convertito, ha detto di amare molto definizioni come โradicaleโ o โfondanentalistaโ mentre il solito Abdel ha addirittura detto di essersi appassionato all’islam leggendo i siti di estrema destra che descrivono la violenza dell’islam: โNon ci volevo credere. Avevo un’immagine dell’islam senza violenza. Sono andato a verificare nel Libro e ho visto che era tutto vero e autenticoโ. Insomma, i terroristi condividono tutte le tesi dei nemici dell’islam, solo cambiandole di senso: sรฌ, l’islam รจ violento e conquistatore. Sรฌ, รจ qui per prendersi le nostre terre e combattere i miscredenti. Con buona pace dei buonisti.
Adriano Scianca
1 commento
Grande e bravissimo come sempre Scianca;
mi permetterei di suggerire una ulteriore analisi piรน approfondita sul perchรจ i nostri giovani siano diventati cosรฌ remissivi,inerti ed arrendevoli.
Come apporto personale annoterei questa testimonianza…ho sempre praticato arti marziali sia in Italia che all’estero fin dai primi anni ’70; ultimamente ho assistito ad una di quelle esibizioni in piazza di varie scuole (alcune anche titolate) ove davanti al pubblico si esibivano ragazzi tra i 16 e 20 anni; la cosa che piรน mi ha impressionato – al di lร del dato tecnico non eccelso- รจ stata la assoluta mancanza di GRINTA autentica…onestamente sembravano piรน vestire un pigiama che non un keikogi con la cintura nera,ennesima testimonianza di un decadimento sociale che trova traccia anche in ambito sportivo;ricordo che ai miei tempi da ragazzo il dojo era veramente sangue sudore e “lacrime” (in senso lato) cosa che credo oggigiorno sia diventata non solo improponibile ma impensabile; probabilmente questa “apple” generation รจ figlia dei limiti della democrazia destinata purtroppo a soccombere non solo di fronte al jihadista ma anche al primo kossovaro di turno in qualche rissa fuori dagli autoscontri al luna-park.