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L’improbabile slancio politico del “partigiano” Zucchero

by Giorgio Nigra
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zuccheroRoma, 29 apr – Agli italiani della Resistenza non frega più nulla, ma per i cantanti in cerca di ispirazione sembra ancora un tema di gran moda. Prima ci ha pensato Ligabue, che nel suo ultimo album ha inserito una canzone dedicata alla Resistenza, “I campi di aprile”. Ora arriva anche Zucchero, noto per le sue canzoncine estive e ora riscopertosi cantante “politico” in modo assolutamente improbabile. Il nuovo disco di Fornaciari, Black Cat è stato infatti anticipato dal singolo Partigiano reggiano. Il testo, in verità, non lasciava intendere chissà che vena barricadera. Si tratta, per lo più, di frasi messe insieme quasi a caso, con parole che in taluni casi sembrano inventate (“slempito”? “Umanica”?).

Intervistato da Repubblica, tuttavia, il cantante sfrutta l’onda lunga del 25 aprile per dare una grottesca interpretazione politica del brano: “Sono partito da un semplice gioco di parole, ma poi mi è piaciuto avere un ritornello che mi legava alla mia storia, ai racconti di mia nonna, di mio zio prigioniero in Germania, di mio padre sotto il fascismo. Parole che mi hanno sempre mostrato il partigiano come un uomo coraggioso che lascia la casa per andare a combattere il dittatore. Queste sono le mie radici. Mi piacerebbe che oggi ci fossero dei giovani con lo spirito dei partigiani, capaci di stare insieme per combattere contro qualcosa che non va. Forse si può dire che è un disco politico, spero che possa servire ad accendere qualche scintilla”.

A dirla tutta il significato politico sembra tirato per i capelli, quasi a giustificare quello che, si ammette, è un semplice gioco di parole. Ma tenere sermoni sulla storia e l’attualità solo perché si è trovata una rima baciata da terza elementare è un esercizio che sconsigliamo: ci si rende ridicoli e in più il riferimento porta pure sfiga.

Giorgio Nigra

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6 comments

Carlo 29 Aprile 2016 - 11:49

E’ sempre stato uno sfigato ..si vede che aveva esaurito i brani da copiare all’estero.

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Martino 29 Aprile 2016 - 3:32

Non è detto che un artista di talento sia anche un uomo di valore. Da fascista quale sono, evito di fare equazioni come invece è abitudine dei comunisti, che sono capaci di gettare nella spazzatura le opere di grandi geni quali Celin o Pound solo perché di idee diverse dalle loro. Ergo: mi piacciono in genere le canzoni di Zucchero e non disprezzo quelle di Ligabue. Su di loro due come uomini, invece… velo pietoso.

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Paolo 29 Aprile 2016 - 4:20

Pienamente concorde con il suo pensiero. Del resto Zucchero, è solo l’ ultimo (al momento) di una lista di personaggi dello spettacolo (che inizia ad allungarsi) i quali, nel momento in cui escono dal proprio “binario” abituale di artisti per improvvisarsi politicamente e socialmente impegnati, dimostrano abbastanza palesemente di avere assai poco – o addirittura nulla – da di concreto da dire.

In sostanza : Zucchero, Ligabue : pensate a fare i cantanti, che i problemi sociali e politici non sono pane per i vostri denti.

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Nico 1 Maggio 2016 - 2:17

Zucchero sta alla politica come io alla fisica quantistica…Si parla di un qualunquista di prim’ordine, uno che si dichiara comunista ma poi dice di non aver mai votato in vita sua, uno che , quando esplose lo scandalo Ruby, difese il Berlusca dicendo che “che male c’è se gli piace le gnocca?”..Ha fatto una canzonetta da 4 soldi che non ha alcun significato politico( come ha lui stesso ammesso), ma quando ha capito che poteva cavalcare la cosa dei partigiani ha iniziato a strizzare l’occhio all’idea che “questa sia una canzone impegnata”.. In sostanza è uno che non sa minimamente di cosa parla, un peccato, perchè come cantante lo apprezzo e come persona non mi è antipatica.

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Anonimo 1 Maggio 2016 - 11:25

dopo 71 anni ancora il carro vincente porta soldi e successo , ma io preferisco Cristicchi e Povia

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Paolo M 21 Giugno 2020 - 12:49

Vergogna, fascismo è merda. Bisognava apprenderne di più a piazzale Loreto. Non si sarebbero diffusi i geni che hanno dato vita a chi scrive certi articoli e commenti. Antifascismo e resistenza contro i vecchi e in nuovi fascismi.

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