Pavia, 6 nov- Un’aria fredda ha spazzato le strade di Pavia ieri sera, permettendo a numerose bandiere tricolori di garrire al vento: erano i vessilli delle centinaia di partecipanti alla cerimonia del “Presente” organizzata dall’associazione culturale Recordari – che riunisce le diverse comunità militanti pavesi tra cui CasaPound Italia– in onore di Emanuele Zilli, militante missino morto proprio il 5 novembre del 1973 in seguito a quello che per molto tempo è stato descritto come un incidente.
La realtà dice tutt’altro: Emanuele Zilli è una delle vittime dell’odio antifascista, lo stesso che possiamo vedere ancora oggi. La conferma, se mai ce ne fosse bisogno, è stata fornita addirittura dal comune della città lombarda, che ha permesso di esporre su uno storico palazzo della centralissima piazza Vittoria uno striscione rosso con la scritta “Pavia è antifascista”, proprio nel giorno della manifestazione dell’associazione Recordari e il giorno dopo il centenario della Vittoria nel primo conflitto mondiale.
Si dice che il silenzio è d’oro e la sinistra italiana sembra non averlo capito riuscendo, nella giornata di ieri a Pavia, a compiere un raccapricciante record: umiliare i ragazzi morti sul Piave e sul Carso ed Emanuele Zilli, morto a pochi passi dal Ticino e dal Ponte Vecchio, simbolo di Pavia. L’acqua del Ticino continua a scorrere, forse un po’ minacciosa, segnando il tempo che passa: quello che non passa è il ricordo di Emanuele Zilli e di tutti coloro che sono morti per un ideale. Un ricordo omaggiato solennemente dai ragazzi di Recordari con compostezza e marzialità: distinguersi, essere élite, non è per tutti. Emanuele Zilli lo era.
Giacomo Bianchini
Pavia, il vergognoso striscione del comune nel giorno di Emanuele Zilli
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