Pistoia, 22 feb – La cronaca si occupa ancora una volta di don Biancalani, il parroco di Vicofaro a Pistoia, oltranzista nell’accoglienza degli immigrati e talebano del multiculturalismo. Ha accolto nei locali della sua parrocchia decine di immigrati oltre il numero consentitogli dal bando indetto dalla prefettura a cui aveva partecipato, e tra le sue iniziative per creare il paradiso terrestre, oltre all’invito a far pregare i figli di Allah in chiesa, c’è la famosa “Pizzeria del rifugiato“, ossia una pizzeria parrocchiale che don Massimo intende utilizzare per far lavorare gli immigrati. E così ha fatto, organizzando pizzate in quel locale mandato avanti dagli immigrati accolti. Come è spesso avvenuto nel caso di don Biancalani, se buone intenzioni hanno superato la realtà, creando casini di vario genere che inevitabilmente hanno richiamato l’attenzione della autorità. Per fare un esempio, raccontò don Massimo nel novembre 2017 che all’inizio dell’attività non venivano emessi scontrini e non esisteva un listino prezzi. Inoltre, non essendoci il carattere della saltuarietà, i “dipendenti” non potevano essere qualificati come volontari. Questioni sulle quali non è possibile stendere un velo d’omertà solo per le buone intenzioni di partenza, altrimenti finiremmo per giustificare ogni cosa.
Adesso un’ordinanza del Comune ha deciso che uno stanzino suppletivo della Pizzeria del rifugiato deve essere abbattuto perché non in regola. Insomma c’è poco da polemizzare: le irregolarità vanno sanzionate. Ma don Massimo è un maestro nelle polemiche e ha urlato allo scandalo dal suo profilo Facebook postando la foto della demolizione con sopra scritto “non ci fermeranno”, proprio come se si trattasse di una persecuzione in piena regola. E giù commenti dei più assurdi e invocanti una non meglio precisata resistenza, parola sempre utile e amata da quella galassia antifascista che combatte il fascismo in assenza dello stesso, finendo per imporre censure come solo un regime farebbe.
Insulti e manie di persecuzione
Troneggiando infatti nella canonica di Vicofaro cartelli di divieto d’accesso ai fascisti e ai razzisti. Ma chi decide cosa, e soprattutto su quale basi loro intendono appioppare queste etichette? Il codazzo di centri sociali che usa Vicofaro come campeggio intende emettere le sentenze di moralità? È questo il rischio che si corre quando si decide di ergersi sopra tutti sentendosi in grado di giudicare gli altri: si finisce per fare i despoti, per essere arroganti oltre misura, per dire scemenze e ghettizzare il diverso. Per non parlare delle manie di persecuzione che li porta a invocare una resistenza in assenza di attacco. Difatti don Massimo ha aggiunto in altro post che “si sta cercando di fermarci con ogni mezzo (legale ovviamente)”, senza rendersi conto che questa affermazione è insensata poiché se i mezzi utilizzati contro di lui sono legali, significa che le autorità hanno pieno titolo per agire e la sua invettiva assurge ai limiti della diffamazione.
Gabriele Sgueglia, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, è bersagliato dai fan sfegatati di don Biancalani che, condividendo i suoi post su Facebook in cui parla dell’attività comunale, lo insultano augurandogli di tutto e di più. Ha deciso finalmente di sporgere querela nei confronti di un idiota che ha minacciato di ucciderlo. E che questo serva per ristabilire un minimo di verità quando viene veicolato il messaggio per cui da “quella” parte ossia a sinistra si trovano quelli bravi, educati e intelligenti, mentre da questa ossia a destra albergano i rozzi odiatori. La società illuminata della convivenza civile denominata multiculturalismo fa acqua da tutte le parti e i risultati si palesano anche nella piccola realtà di Pistoia ove opera l’imam Biancalani.
Un prete distratto
Nella notte tra sabato e domenica scorsa è successo un pandemonio davanti alla chiesa dove alloggiano gli immigrati. I vicini hanno girato video con cui hanno ripreso urla e cazzotti e il parroco, tardando ad arrivare, è giunto sul luogo del misfatto dopo le forze dell’ordine. Già, perché don Biancalani non dorme coi ragazzi accolti, proprio lui che è il maggior responsabile della delicata situazione creatasi in quella zona della città, lasciando loro senza sorveglianza. Ovviamente si straccia le vesti per l’esagerata protesta per il casino notturno, mettendoci al corrente che si sta occupando di persone “fragili a livello psicologico”, dunque dovremmo vergognarci della nostra durezza.
Ecco, questo è il quadro completo di una cittadina toscana, soprattutto di parte di essa, per troppo tempo lasciata nelle mani degli eroi umanitaristi che riconoscono come legge vigente solo quella che dà ragione a loro e come opinione accettabile solo quella di chi li coccola. E noi, piuttosto che abbeverarci da quella fonte, preferiamo morire di sete.
Lorenzo Zuppini
4 comments
…don biancoano..
In effetti, per gli omosessuali, l’immigrazione costituisce una vera risorsa: giovanotti prestanti e ben dotati, pronti a tutto per pochi soldi o magari per un posto letto e una pizza…
[…] così, mese dopo mese, ecco la semiabusiva “Pizzeria del rifugiato” che dava lavoro (tutot in nero) ai ragazzotti africani ospitati a Vicofaro; ecco la creazione di […]
[…] proprio Vicofaro, un posto ormai adibito a centro di accoglienza più che a luogo di culto. Tra pizzeria abusiva, ostello per migranti […]