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Primavalle,12 denunce per saluti romani alla commemorazione dei Mattei

by Sergio Filacchioni
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Primavalle

Roma, 19 apr – Nei giorni scorsi sono state denunciate dalla polizia 12 persone per i saluti romani durante la commemorazione del “Rogo di Primavalle”, in ricordo di Stefano e Virgilio Mattei, figli dell’ex segretario della sezione Msi di Primavalle assassinati da un commando di Potere Operaio.

A Primavalle si perseguita il ricordo

La Digos che indaga sulla vicenda, ha denunciato le 12 persone ai sensi dell’articolo 5 della legge 645 del 1952 (legge Scelba). Si tratterebbe per la maggior parte di militanti di formazioni politiche dell’estrema destra romana, tra cui ex attivisti, noti militanti e nuove leve di Forza Nuova e della sua emanazione giovanile Lotta Studentesca, oltre ad un “elemento organico della tifoseria ultras di fede laziale”. La Digos capitolina ha inoltre identificato altre 15 persone, tutte legate agli ambienti della destra radicale. La colpa sarebbe stata quella di aver fatto il saluto romano alla chiamata del “Presente”. Ancora una volta dopo le scandalose polemiche su Acca Larenzia torna una mannaia giudiziaria che colpisce celebrazioni dove si ricordano vittime di stragi rosse, dove per altro nessun colpevole ha mai scontato una condanna. Continua quindi l’opacissima gestione delle commemorazioni senza per altro che sia stata ancora fatta chiarezza se il saluto romano costituisca reato oppure no: i giudici – nella recente sentenza sul saluto romano di otto militanti alla celebrazione per Sergio Ramelli – hanno sottolineano che il carattere commemorativo non implica automaticamente una neutralizzazione del reato. Il saluto romano resta un reato anche quando viene utilizzato per servizi funebri o azioni commemorative. Il magistrato chiamato a giudicare la sua effettiva rilevanza penale deve però verificare le circostanze nel quale viene fatto e soprattutto la consistenza di un effettivo “pericolo per l’ordine costituzionale”. Insomma, più che altro viene lasciata discrezione ai giudici che  chiamati a giudicare questa ipotesi di reato dovranno accertare che con il gesto si “vogliano veicolare sentimenti antidemocratici e razzisti”. Un delirio senza precedenti nella storia repubblicana.

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