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Quando la “democrazia” delle élite minaccia la sovranità popolare

by La Redazione
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Roma, 29 lug – In un sistema democratico, il principio della sovranità del popolo si applica con strumenti quali ad esempio il voto che sono espressione della partecipazione politica dei cittadini. Ma è proprio così? Il popolo, in quanto sovrano, è ‘attore principale’ della vita politica del Paese? In materia di democrazia e rappresentanza politica, è rilevante soffermare l’attenzione sull’approccio elitista in merito alla questione e sono interessanti le tesi formulate da alcuni giuristi e sociologi, come quelle del giurista italiano Gaetano Mosca.
Egli definisce la classe politica come una “minoranza organizzata che impone la sua supremazia ad una maggioranza disorganizzata, incapace a prefissarsi un fine comune”. Pertanto, la legittimazione del potere va cercata in una legge morale che lo stesso Mosca individua nella definizione di formula politica, un principio morale, appunto, potremmo dire una credenza, che conferisce a chi governa di essere i rappresentati della volontà del popolo. E sulla base di quale presupposto, avviene tale legittimazione, il conferimento del potere da parte dei cittadini ad una minoranza? La risposta è celata nelle attitudini di un gruppo a ottenere il consenso, elemento imprescindibile alla formazione di gruppi dominanti, giacché esso si misura sulla base delle opportunità che offre al singolo cittadino. Ovvio, la crisi del suddetto sistema si verifica qualora un ordine politico non produca un tessuto normativo tale da favorire le aspirazioni dell’individuo.
Sono queste ragioni che spingono alcuni sociologi, come Roberto Michels, ad individuare nei regimi democratici, forme di potere oligarchico. Con la Legge ferrea dell’oligarchia, il sociologo tedesco attribuisce la detenzione del potere ad un numero ristretto di individui, ad un gruppo organizzato: “Chi dice organizzazione dice oligarchia”, sostenendo che, l’apparato burocratico di uno Stato, tende a favorire l’organizzazione di questi gruppi, di vere e proprie élites, poiché la ‘macchina’ della burocrazia permette di mantenere posizioni di comando, di avere incarichi, che definiscono un ruolo preminente di taluni soggetti nella società. A tal proposito, si usa il termine democrazia di fatto, per indicare sistemi partitici autoreferenziali, espressione di interessi manageriali, di lobby che si erigono a governance. Ritornando sulla domanda iniziale, sul quesito della sovranità popolare, allora viene da dire che, nella democrazia rappresentativa, nella quale si annida un potere elitario, la sovranità del popolo a volte rischia di essere inesistente e le decisioni discutibili di alcuni Governi ne sono una triste verità.
Gianluca Calà

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1 commento

Raffo 29 Luglio 2018 - 1:14

Burocrazia, nepotismo, raccomandazioni, concubine, peripatetiche e sodomiti ameboidi vari…… ovvero lo scheletro portante della dittatura comunistoide che da anni ci opprime e ci rende sudditi e schiavi……… neppure il cromo esavalente sarebbe utile…….. ignobili.

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