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Raid statunitensi in Siria ed Iraq. Biden: “Non ci fermeremo”

by Sergio Filacchioni
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Siria Iraq

Roma, 3 feb – Gli Stati Uniti hanno colpito unità iraniane d’elite e milizie alleate di Teheran in raid effettuati in Siria e Iraq: lo ha confermato il Pentagono. Secondo l’Ong “Osservatorio per i diritti umani in Siria” almeno 13 miliziani filo-iraniani sono stati uccisi nei raid nella sola in Siria. “Washington ha la piena responsabilità delle conseguenze”, ha commentato Hamas.

Bombardamenti in Siria ed Iraq

“Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) hanno condotto attacchi aerei in Iraq e Siria contro la Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e gruppi di milizie affiliate. Le forze militari statunitensi hanno colpito più di 85 obiettivi, con numerosi aerei tra cui bombardieri a lungo raggio volati dagli Stati Uniti”. Lo scrive Centcom su X “Gli attacchi aerei hanno impiegato più di 125 bombe e missili di precisione. Le strutture colpite includevano centri di comando e controllo, centrali di intelligence, razzi e missili, depositi di veicoli aerei senza pilota e strutture logistiche e della catena di approvvigionamento di munizioni di gruppi di milizie e dei loro sponsor dell’Irgc che hanno facilitato gli attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione”, aggiungono le forze Usa che così hanno risposto agli attacchi in cui sono stati uccisi nei giorni scorsi tre militari statunitensi al confine tra Giordania e Siria. 

Benzina sul fuoco

Il gruppo militante palestinese Hamas ha condannato gli attacchi americani in Iraq e Siria, affermando che Washington ha versato “benzina sul fuoco” in Medio Oriente. Gli Stati Uniti “hanno la piena responsabilità delle ripercussioni di questo attacco aggressivo contro Iraq e Siria”, ha affermato il gruppo in un comunicato. “Vi assicuriamo che la regione non troverà stabilità, né pace finché l’aggressione sionista, i crimini genocidi e la pulizia etnica del popolo palestinese nella Striscia di Gaza non cesseranno”, conclude la nota. La Casa Bianca si dice “pronta ad altri attacchi”, mentre il governo di Baghdad ha convocato l’incaricato d’affari Usa. Da Damasco è arrivata invece la prima reazione in un comunicato delle forze armate siriane: i bombardamenti hanno ucciso “un certo numero di civili e soldati, ne hanno feriti altri e hanno causato danni significativi a proprietà pubbliche e private”, “l’occupazione di parti del territorio siriano da parte delle forze statunitensi non può continuare“.

Sergio Filacchioni

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