Roma, 3 feb – Questa mattina a Ginevra è morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia. Ad annunciarlo una nota della “Real Casa di Savoia”: “Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”. Aveva 86 anni ed un passato burrascoso: tra l’esilio ed un documentario Netflix.
L’ultimo Vittorio Emanuele
L’8 settembre del 1943, all’età di 6 anni, lasciò Roma insieme alla madre Maria José e dopo il referendum del 1946 che sancì la vittoria della Repubblica ha vissuto in esilio fino a marzo 2003, quando fu cancellata la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi in Italia. Una vita in esilio che però non lo tenne lontano da guai giudiziari: fu indagato e poi prosciolto, per la morte di Dirk Hamer, diciannovenne tedesco ucciso in una sparatoria nel 1978 sull’isola di Cavallo, in Corsica. Il caso è stato al centro di un’aspra e lunga battaglia legale tra i Savoia e la famiglia Hamer, in particolare la sorella Birgit. Nel 2017 la Cassazione stabilì che “il fatto che i giudici francesi, nel 1991, abbiano assolto Vittorio Emanuele di Savoia dall’accusa di omicidio volontario del diciannovenne tedesco Dirk Hamer non significa però che il ‘principe’ “sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacche’ assume pur sempre rilievo dal punto di vista civilistico ed anche etico” che quella morte “avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa”. L’anno scorso la vicenda fu al centro anche della serie Netflix Il Principe, sviluppata e diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi, che spinse il figlio Emanuele Filiberto a intervenire definendo il documentario “una scusa per notizie false“.
La lettera agli Italiani
“Che l’antico Tricolore con il cuore al centro possa oggi sventolare non soltanto nelle piazze delle nostre città, ma nel cuore di tutti gli Italiani di buona volontà e sia per noi segno del sacrificio, simbolo di speranza, immagine di rinascita”, furono queste le parole rivolte agli Italiani nel 2021, esortandoli ad affrontare il periodo Covid con lo “spirito del Piave”. Peccato che nella stessa missiva così densa di significati si sposasse in pieno la linea del Governo Draghi.
Sergio Filacchioni