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Rixi: “Urgente potenziare il gasdotto adriatico”. Ecco perché il condotto è fondamentale

by Alberto Celletti
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Roma, 27 feb – Il gasdotto adriatico va potenziato. Senza troppi giri di parole, così si esprime il viceministro delle Infrastrutture su un condotto che rappresenta uno dei cardini del cosiddetto “Piano Mattei” annunciato dal governo Meloni (insieme ai gasdotti algerino, libico e turco).

Rixi: “Potenziare il gasdotto adriatico è urgente”

Come riportato su Agenzia Nova Edoardo Rixi, viceministro deile Infrastrutture e dei Trasporti, commenta  la necessità di potenziare il gadsotto adriatico, fondamentale per trasportare il gas dal Sud al Nord del Paese. Aggiungendo poi: “Questo è il momento di pensare a una visione di medio e lungo periodo. L’Italia deve puntare all’indipendenza energetica affrontando anche il tema dell’energia nucleare di nuova generazione”. Il ministro insiste particolarmente sulla necessità abolire la “cultura del no”: “Siamo determinati affinché si possa archiviare, una volta per tutte, la stagione dei ‘No’ ideologici che hanno bloccato lo sviluppo”. Avanti tutta quindi per adeguare le infrastrutture strategiche del nostro Paese: “Non solo hub energetico europeo, il Paese che immaginiamo sarà anche quello del Ponte sullo Stretto, che sarà il più lungo del mondo”.

Italia hub energetico europeo

Il viceministro è polemico sulle decisioni dell’Ue di escludere dal mercato le auto a benzina dopo il 2035 perché “in così poco tempo porterebbe a un collasso industriale“, ma interviene anche sulle risorse del Mit che a suo giudizio “ha bisogno di tempo”, sottolineando come  “la transizione richiede un periodo di passaggio che va gestito per abituare il Paese a nuove regole ambientali, culturali ed economiche”. Lo stop alle auto a benzina rischia, inevitabilmente di far precipitare le economie europee sotto l’influenza cinese, un passaggio che da un lato viene interpretato alla luce della liberazione dalle importazioni dalla Russia, dall’altro il rischio di incatenarsi alla Cina “per i prossimi decenni”.

Alberto Celletti

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