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“I rom non sono uguali a noi”. Ovazione per i residenti di Casal Bruciato, Formigli si dissocia (Video)

by Cristina Gauri
7 comments

Roma, 12 apr – “Alcuni rom sono cittadini italiani, ma ‘uguali’ a noi non è il termine più giusto da usare“. Parla Simone, il ragazzo di Noemi di Casal Bruciato, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita, su La7. Alcuni giorni fa la giovanissima coppia aveva occupato un alloggio popolare originariamente destinato a una famiglia di rom. La decisione di assegnare ai nomadi l’appartamento aveva provocato la rivolta dei cittadini del quartiere e l’amministrazione si era vista costretta a tornare sui propri passi. Invitato da Formigli a parlare nella sua trasmissione, Simone ha affermato con molta semplicità quello che pensa la stragrande maggioranza degli italiani, tanto da strappare il sincero applauso del pubblico dello studio. “I rom hanno un’altra tipologia di vita rispetto al nostro”, ha rincarato Simone, “o almeno la maggior parte di loro. Di certo non possono vivere in una palazzina con persone anziane o invalide, che devono stare con la paura che gli entrino dentro casa”. E conclude: “Noi non siamo come loro, non insegniamo certe cose ai nostri figli“.

Pensieri “pericolosi”

Ma Formigli interrompe seccamente l’applauso, distanziandosi dalla reazione del pubblico e dall’affermazione di Simone: “C’è stato un applauso in questo studio sul fatto che un rom non è italiano e questa cosa mi fa paura. Non do la colpa a Simone ma mi domando: cosa sta succedendo in questo Paese? Quanto è pericoloso alimentare questo tipo di pensiero?”. Formigli ricorda che lo stesso tipo di applauso scoppiò in trasmissione quando il defunto europarlamentare Gianluca Buonanno, in un dibattito con Dijana Pavlovic, affermò che i rom sono “la feccia della società”. Anche in quell’occasione il conduttore si era fermamente dissociato. “Mi dissocio anche da questo applauso perché non si può certificare che due esseri umani non siano uguali”, ha concluso stavolta.

Cristina Gauri

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7 comments

diecimici 12 Aprile 2019 - 10:56

Non è affatto vero che gli esseri umani sono tutti uguali. Dipende dai valori che hanno dentro. Che gli sono stati trasmessi o che hanno per natura. Certe etnie, per cultura, genetica, predisposizione, indole, sono anni luce lontane dall’evoluzione raggiunta da altre. E non sto certo dicendo che noi siamo in cima alla classifica, che ne dobbiamo fare di strada per raggiungere il livello di valori per esempio dei nativi americani

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rino 12 Aprile 2019 - 11:19

Basterebbe chiedere a chi queste cose le studia a livello accademico per sapere che alla fine forse Simone non aveva torto: il conduttore ha mai pensato di invitare ad esempio un antropologo per sentire il suo parere rigorosamente argomentato sulla differenza tra le culture?

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Renzo 12 Aprile 2019 - 5:24

Innanzi tutto servono delle statistiche serie, fatte bene e non volutamente pilotate. Statistiche che come in altri paesi (esempio Scandinavia), tengono in considerazione anche l’etnia dei capostipiti. Risalendo quindi alla forma di educazione ricevuta.
Ma statistiche di questo genere non lo permetteranno mai!

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Ugo 12 Aprile 2019 - 8:50

Noto che “il pubblico” che ha applaudito un punto di vista, ha simmetricamente applaudito il punto di vista opposto. Probabilmente qualcuno ha lanciato il comando “applausi”, e quelli hanno eseguito (“Ehi, siamo in TV!”). Chiediamoci piuttosto chi e perché COSTRUISCA trasmissioni così strutturate, dando loro l’aspetto di veri e propri “psicodrammi”…

Bella cosa, eh, il mondo della “comunicazione”?

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Cesare 12 Aprile 2019 - 11:50

Formigli fa’ il prete globalista del pensiero unico e fa’ la morale agli altri dall’ alto del suo piedistallo .
Un valore da proteggere è difendere le persone che insegnano ai figli a rubare e considerarli come noi?
Viene il ribrezzo quando si sentono i globalisti parlare di valori; di quali valori parlano se non sono quelli di Cristo? Chi gli stabilisce?Per loro ad esempio la sodomia è un valore da proteggere mentre è una devianza dalla natura che puo’ anche essere tollerata ma non certo promossa o resa uguale a comportamenti naturali e utili al progresso materiale e spirituale di una società quale ad esempio il matrimonio tra uomo e donna .
Oramai siamo in pieno relativismo dove sembra che ognuno puo’ fare come vuole in nome di una finta libertà che non fà che aumentare la sottomissione ad entità occulte che dominano il pensiero.I famosi diritti individuali vengono promossi mentre si distruggono quelli collettivi quali sanità pubblica,diritto ad una pensione dignitosa,sovranità popolare,etc.
Adesso stanno sdoganando l’eutanasia che è un peccato mortale ma serve ai poteri finanziari per liberarsi delle persone non piu’ produttive.In Olanda dove c’e’ da qualche anno alcuni genitori stanno convincendo i figli handicappati a ” farsi suicidare”.Questi mostri del pensiero unico e del politicamente corretto stanno producendo un mondo inumano che servirà ai poteri forti per fare carne di maiale dell’ umanità.

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Bracco 12 Aprile 2019 - 11:52

Sono d’accordo con diecimici.
Gli esseri umani non sono uguali e degli europei non possono essere messi sullo stesso piano di quelle genti che in Africa o Medioriente ufficializza tramite matrimoni la pederastia,che lapida donne accusate di adulterio,che si fanno giustizia da soli contro un sospettato.
Anche si nativi americani son d’accordo con diecimici,tra l’altro aggiungo che la pratica degli scalpi in realtà nasce dai coloni europei ed in fondo è logico: i nativi americani avevano capigliature meravigliose ed inconsciamente la barbara mutilazione poteva essere associata ad una invidia inconscia.

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Ugo 13 Aprile 2019 - 4:59

E’ fuori tema, ma a naso mi vien da pensare che la “scalpatura” alla quale venivano sottoposti i pellerossa durante il genocidio loro imposto dagli invasori inglesi (e francesi, mai dimenticare il Canada) e dai loro discendenti fosse paragonabile al taglio delle orecchie dei lupi: presentare le orecchie dei lupi è stato un modo per incassare una specie di taglia posta sull’uccisione di quegli animali, taglia offerta per liberarsi dell’animale “molesto”. E se fosse esistito un periodo, del quale io non so nulla, nel quale il governo degli invasori ha istituito il pagamento di una certa taglia per ogni scalpo di pellerossa presentato in appositi uffici?

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