Verona, 6 sett – Pietro Sansonetti interviene nel dibattito sulla libertà di espressione e dichiara: “Oggi la notizia di cronaca la dà il Pm non il giornalista”.
“Crisi profonda del giornalismo”
Pietro Sansonetti, storico direttore de L’Unità, intervenendo alla tre giorni di cultura e dibattito di CasaPound Direzione Rivoluzione esprime le proprie perplessità sulla libertà di stampa nell’Italia di oggi: “Pensare che le fake news si combattano con delle regolamentazioni o delle barriere è un’idea più grave delle fake news in sé” dichiara il giornalista. “Le notizie false sono molto diffuse per colpa del nuovo sistema della comunicazione molto più immediato e vasto. Uno sviluppo così rapido è stato accompagnato da un arretramento della qualità dell’informazione.” Dice ancora il neo direttore de Il riformista: “Abbiamo una crisi profonda e verticale della cultura e del giornalismo. Al giorno d’oggi la notizia di cronaca la dà il pubblico ministero, non il giornalista. La stampa italiana è del tutto dipendente dalla magistratura e il giornalismo giudiziario ha preso il possesso dei giornali”. Sansonetti ritrae anche le origini storiche di questa tendenza: “Vi fu un patto alla fine degli anni settanta, l’epoca del terrorismo, tra la magistratura e i poteri economici e politici. Prima, appunto negli anni di piombo, fu la sinistra fa patto con la magistratura; poi, nel 1992, è la politica tutta che consegna il potere ai Pm grazie al pool di Mani Pulite”. E ammonisce: “Lo strapotere della magistratura è centrale ed è un disastro; mette in pericolo tutto ciò che è la libertà”.
Gervasoni: “Nuovo governo farà leggi contro fake news”
Dello stesso avviso pare essere Federico Gervasoni, storico e giornalista: “I due più grandi giornalisti italiani sono stati Gramsci e Mussolini: il giornalismo è sempre stato politicizzato ma non sempre in mano a poteri forti”. E sulle fake news dice: “Le notizie false sono sempre esistite ma adesso qualcuno che produce una falsa notizia attraverso un tweet raggiunge milioni di persone. Questo terrorizza tutti, in primis i produttori “istituzionali” di fake news come i giornali”. E commenta: “Adesso i vecchi padroni dei media sono quelli favorevoli alla censura di internet e dei social”. E azzarda una previsione sul governo giallofucsia in materia di informazione: “Una stretta sulle fake news verrà fatta anche da questo governo anche se ancora non ne parla; apri strada è stato Macron in Francia dove una legge del parlamento è stata fatta per impedire la “diffusione dell’odio”. Ma chi decide cosa è l’odio?” domanda Gervasoni. “Mettere una foto di Salvini a testa in giù non lo è, ma criticare vestito di una ministra si”.
“Nuova censura peggiore della vecchia”
Non solo: Gervasoni traccia una differenza tra i vecchi strumenti di “censura” e contemporanei: “Le leggi non sono strumenti fatti per limitare le fake news ma per far sì che il potere politico decida cosa sono le fake news o meno. Più un potere è debole più utilizza la censura. Adesso le censure sulle fake news online vengono fatte da algoritmi legate ad agenzie governative; molto peggio della vecchia censura “umana”.
Ilaria Paoletti