Roma, 19 nov – Sesso libero contro la mafia, dice Roberto Saviano. Avete letto bene. Per meglio dire, scrive della “sessualità libera da vincoli”. Il Corriere della Sera decide di ospitare sulle sue pagine questo brillantissimo pensiero.
Sesso libero arma contro la mafia
C’è da fare una premessa, diversa da quella del passaggio più ridicolo che la storia del giornalismo ricordi e sottoriportata: Roberto Saviano deve essere realmente a corto di idee. La sua prosopopea, iniziata in stile gladiatorio contro i mali della criminalità organizzata, con il suo sedicente immolarsi alla causa della giustizia e della libertà non sono durati granché. Quasi subito l’eroe della lotta alla criminalità e alle forze del male è divenuto una sorta di tuttologo che, ormai da una buona decina d’anni, ci dice cosa pensare e cosa ritenere giusto praticamente su tutto, dall’immigrazione all’Ue, dalle droghe legalizzate alla – ovviamente – mafia.
Andiamo alla premessa e allo svolgimento del brillante pensiero savianesco, ovvero il sesso libero contro tutte le mafie, che nel passaggio clou evidenziato – sempre con enorme coraggio, bisogna dirlo, dal Corriere – cita: “La premessa per l’esistenza di una morale mafiosa è la capillarità di una morale repressiva nella società. Una morale per cui il sesso è male, va praticato in circostanze limitate, riscattato col sentimento dentro un impegno monogamico. Se le mafie sono strutturate sempre intorno all’ossessione monogamica, se i boss sentono il proprio potere vacillare quando la monogamia è violata, allora scegliere la vita, la sessualità libera di vincoli, un corpo non assoggettato dalla morsa della convenzione è un atto antimafia. Anzi: è l’atto antimafia“.
Insomma, sesso libero per combattere la mafia, e perché no, per i più smaliziati si potrebbe pensare anche a perversioni sessuali estreme per combattere il male mafioso, giacché si parla di “libertà” della sfera sessuale. Che dire, chapeau per l’idea. Potrebbe funzionare.
L’idea è geniale, il proseguo peggio
Saviano per il sesso libero che combatte la mafia decide di dare una sottospecie di “sostegno” a questo suo bizzarro (per usare un eufemismo) pensiero. L’origine è in Totò Riina, il capo di Cosa Nostra che, dopo aver chiesto un confronto con Tommaso Buscetta nel 1993, si ritrasse e lo rifiutò: “Non è un uomo adatto a me”, “non è della mia statura” perché “è un uomo che ha troppe amanti”.
E poi un altro passaggio stupendo del capolavoro di Saviano: “Per capire come la regola monogamica sia sempre stata il pilastro di quella mafiosa — l’ossatura su cui costruire la catena di vincoli che strozzano la vita d’ogni affiliato e d’ogni territorio egemonizzato dal loro imperio — non si può che partire da qui. Dal momento in cui, cioè, l’uomo che diede l’ordine di uccidere Falcone e Borsellino decide di accusare chi lo accusa non di essere un ciarlatano, un golpista, o un assassino (e poteva dirlo: Buscetta aveva ucciso uomini quando era giovane affiliato). No, l’accusa è quella di essere un uomo «con troppe mogli»“.
Aggiungendo poi una delle perle migliori: “Per qualche strana ragione, dovuta soprattutto alle rappresentazioni americane delle organizzazioni criminali, è pensiero comune che i boss siano uomini dissoluti, donnaioli, con il vizio come nadir pronti a guidarli. Eppure nelle organizzazioni criminali italiane la monogamia è ancora l’elemento fondante per misurare valore e affidabilità degli affiliati: ogni violazione è sufficiente per decretare una condanna a morte. Le mafie come ogni potere del resto, controllando la sessualità controllano la vita, punendo a loro arbitrio i comportamenti sessuali che violano le regole, dimostrano di poter colpire su qualsiasi aspetto della vita che non obbedisce al loro dominio”.
Non pensando ci sia bisogno di ulteriori commenti, viene spontanea una domanda finale, caro “Saviano per il sesso libero che combatte la mafia”: ma quindi Tommaso Buscetta, che di amanti ne aveva tante, era un mafioso o no? A voi le conclusioni.
Stelio Fergola
6 comments
[…] “Sesso libero contro la mafia”: l’ultimo delirio di Saviano proviene da Il Primato […]
La faccia di uno a digiuno da una vita di passera ce l’ha.
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A parte l’ inutilità odierna di Saviano anche per chi lo ha usato un pappagallo ripetitore ed escretore,
ma quando cominceremo a capire che il termine mafia, usato a sproposito, è profondamente anti-italiano?!
Ritengo necessaria una azione comune, culturale, politica, giudiziaria affinché non si confonda il dito con il c…o protesi stuprante alla Saviano.
E aggiungo, Buttafuoco dovrebbe operare meno di fioretto! Su questo tema ci vorrebbe l’ ascia.
Quindi scopriamo oggi che l’idolo antimafia di Saviano è Silvio Berlusconi! Saviano è l’ennesimo porta voce dell’ideologia del politicamente corretto per la quale la distruzione della famiglia, in quanto elemento basilare della società attuale e della perpetuazione dei suoi valori, è un obiettivo primario per l’instaurazione di un mondo di “genitori 1”, “genitori 2” e magari anche di “genitori 3”. Il suo ragionamento credo debba essere inquadrato come tassello di questo progetto.
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