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Sicilia, scoperto grande serbatoio naturale di acqua nel sottosuolo

by Emanuela Volcan
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Sicilia

Dalla catastrofe ad una nuova speranza per la Sicilia. Solo pochi mesi fa, precisamente a giugno in occasione della Giornata mondiale contro la desertificazione (istituita dall’ONU nel 1994) il prof. Vincenzo Piccione, già docente nelle Università di Reggio Calabria e Catania, pubblicò un articolo dove sosteneva che entro il 2030 (tra soli sette anni) più della metà (per la precisione 3/4) del territorio dell’Isola sarebbe stato a rischio desertificazione. A supporto anche una pubblicazione a cura di Focus Sicilia in cui si affermava che ben 117 chilometri quadrati di terreno si erano inariditi solo nel 2022 e che così proseguendo le cose con l’innalzamento delle temperature medie (previsione di +5 gradi entro il 2100) la quantità sarebbe peggiorata anno dopo anno. Quindi Sicilia a serio rischio desertificazione! Ma è sempre la scienza che oggi riporta un pò di speranza affermando che sottoterra, custodito da milioni di anni, esiste un giacimento d’acqua, tra 700 metri e 2,5 chilometri, pari a circa 50 volte in più di tutta quella conservata negli invasi dell’Isola.

La scoperta in Sicilia

A darne l’annuncio è stato un articolo dal titolo “Extensive freshened groundwater resources emplaced during the Messinian sea-level drawdown in southern Sicily, Italy” (letteralmente ampie risorse d’acqua formatesi durante l’abbassamento del livello del mare del Messiniano nella Sicilia meridionale) pubblicato sull’importante rivista “Communications Earth & Enviroment di Nature Portfolio” qualche giorno fa. “Le risorse idriche sotterranee profonde rappresentano in tutto il mondo un’importante e potenziale fonte d’acqua non convenzionale. Qui documentiamo un vasto corpo idrico sotterraneo dolce/salmastro, conservato in una falda acquifera profonda di piattaforma carbonatica (Formazione di Gela) nella Sicilia meridionale, utilizzando dati di pozzi profondi e un’analisi idrogeologica 3D – prosegue l’articolo-. Attribuiamo la distribuzione di queste acque sotterranee fossili alla ricarica meteorica determinata topograficamente dall’abbassamento del livello del mare del Messiniano, che stimiamo abbia raggiunto 2400 m sotto l’attuale livello del mare nel bacino del Mediterraneo orientale. La scoperta di acque sotterranee così estese e profonde ha implicazioni significative in termini di potenziale risorsa per la Sicilia meridionale e per altre regioni costiere del Mediterraneo che condividono un contesto geologico simile e problemi di scarsità idrica”.

Una nuova speranza per l’isola

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Università Roma Tre che nel prossimo futuro realizzeranno un piano di sviluppo e un progetto di utilizzo di queste acque. Ciò sarebbe la vera rivoluzionaria notizia non solo per la Sicilia ma anche per altre aree del Mediterraneo dove la scoperta potrebbe essere replicata.

Emanuela Volcan

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