Roma, 8 lug – La sonda Rosetta ed il suo lander Philae non cessano di destare stupore tra gli scienziati: secondo a quanto riferito dall’Esa la sonda avrebbe raccolto polvere proveniente dalla cometa in cui sono state individuate particelle organiche che rassomigliano a virus.
La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko offre ancora una volta motivo di scalpore: oltre alla sua forma del tutto anomala, alla sua varia composizione mineralogica, alla superficie butterata di crateri e alle complicazioni associate al lander Philae, ora gli scienziati stanno dibattendo aspramente sulla reale possibilità che la cometa possa essere un vettore non solo di molecole organiche semplici, i mattoni della vita, ma anche di vere e proprie forme di vita, seppur elementari, come i virus.
Le possibilità ci sono, o meglio ci sarebbero: sulla cometa sono state notate vaste aree ricoperte da una crosta nera di materia organica a cui è stata data come spiegazione la presenza di microorganismi al di sotto della superficie ghiacciata. Microorganismi che dovrebbero essere particolarmente resistenti date le estreme condizioni ambientali che si possono trovare sulla cometa, con temperature che si aggirano intorno ai -70°C, l’assenza di acqua liquida ed il costante bombardamento di particelle da parte del Sole. Ma qualcuno ritiene che all’interno della superficie gelata del corpo celeste questi avrebbero potuto in qualche modo sopravvivere.
Il problema è che la sonda ed il lander non sono stati attrezzati con strumentazioni sensibili in grado di individuare questi microorganismi, in quanto si pensava che non potessero essercene sulla cometa; ragion per cui alcuni scienziati, come il ricercatore Dennis Bodewits dell’università del Maryland, sono abbastanza scettici in merito.
La questione verrà dibattuta questa settimana presso il Raduno Nazionale di Astronomia organizzato dalla Royal Astronomical Society nel Galles del nord, Regno Unito.
Paolo Mauri
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