Home » Boldrinate Usa: “Star Wars razzista, Darth Vader è nero e cattivo”

Boldrinate Usa: “Star Wars razzista, Darth Vader è nero e cattivo”

by Carlomanno Adinolfi
0 commento

playstation-3-darth-vaderRoma, 16 dic – Ci siamo! Oggi finalmente è il 16 dicembre, fatidico giorno della prima dell’episodio VII di Star Wars, Il Risveglio della Forza, l’inizio della nuova trilogia. Avremo fan in visibilio, file chilometriche ai botteghini, orde di cosplay più o meno fatti bene – da chi avrà speso centinaia di euro per vestirsi come Darth Vader o Chewbecca a chi andrà in giro semplicemente con un accappatoio marrone e lampada al neon – giornalisti pronti a recensire il film e a raccontare l’evento. Eppure c’è chi non ama la saga di Star Wars. Incompatibilità con la fantascienza? Idiosincrasia per le saghe fantasy? Semplice sindrome da bastian contrario? Sicuramente ci sono persone affette da questi mali purtroppo incurabili, ma c’è anche chi soffre di una sindrome ben più subdola e ferale. “Odio Star Wars perché è razzista, d’altronde Darth Vader è un ragazzo di colore”.

No, non è uno scherzo. Né sarcasmo fatto per ridicolizzare i paladini del politically correct. È una dichiarazione vera, seria – oddio, almeno nelle intenzioni… – fatta da Melissa Harris Perry, melissa_harris_perryconduttrice afroamericana del colosso televisivo americano MSNBC, canale creato niente popò di meno che da Microsoft e NBC Universal. Ma lo spasso politically correct non è certo finito qui. “Nella parte di film in cui è nero, in cui è James Earl Jones, Darth Vader è cattivo, terrificante, orribile. Taglia le mani alle persone, non riconosce neanche suo figlio. Ma appena si ravvede e riconosce il figlio, si toglie la maschera ed è bianco! Tutto questo mi ha provocato brutte sensazioni” ha continuato Melissa. Il tutto è talmente grottesco che anche chi ha riportato la notizia negli Usa si è chiesto se Melissa abbia mai visto il film. Perché considerare Dath Vader “nero” solo perché interpretato da James Earl Jones è un ragionamento a cui non sarebbe arrivata neanche la Boldrini per criticare una pubblicità di merendine. Anche perché Jones è solo il doppiatore di Darth Vader, ed è stato scelto per la sua voce profonda e magnetica, non certo per la sua etnia, tanto che fu scelto anche per doppiare Mufasa, il saggio e buono Re Leone padre. Spassoso sarebbe credere che Melissa pensi che Vader sia nero per via della sua armatura… sarebbe come considerare razzisti tutti i film in cui i cattivi sono fatti da nazisti e SS. Ma ancora più spassosa è stata la discussione, fatta sempre in un multietnicissimo studio MSNBC, riguardo le “migliorie” fatte dalla nuova trilogia rispetto al passato. Ora finalmente ci saranno personaggi in cui possono identificarsi anche le “minoranze”, ha detto una delle conduttrici, chiaramente di etnia araba e con tanto di hijab a coprirle capelli, collo e spalle. Infatti avremo la donna Rey (Daisy Ridley) e il nero Finn (John Boyega).

Finalmente, perché prima proprio non se ne poteva più di un film maschilista e razzista con soli eroi uomini e bianchi, come la principessa Leila o Lando Carlissian! Per non parlare della stereotipizzazione degli alieni fatta da Lucas, con chiari riferimenti razziali. Sempre Melissa Harris Perry infatti ricorda quando, traumatizzata, da piccola aveva tutte Barbi afro-americane che non voleva far sposare con Ken e che quindi faceva sposare a Chewbecca. Sì sì, avete sentito bene, Chewbecca, il gigante grosso, peloso e animalesco. Nelle intenzioni di Melissa questo dovrebbe far capire che Lucas ha stereotipato il Wookie per farlo sembrare un “nero” e che così è stato colto dal pubblico. Ma ovviamente il razzista è Lucas, non certo lei che racconta il suo dramma per il fatto che non ha mai voluto accoppiare le bambole di colore con quella del maschio bianco. Né lei stessa che di fatto ha detto che presentare in tv uno scimmione grosso, peloso e animalesco è un chiaro riferimento all’etnia afro-americana. Ci dispiace che la povera Melissa ora sia oggetto di dileggio e ironia in tutti i social americani. Ci dispiace, perché in un “paese normale” come il nostro sarebbe già stata candidata e chissà, magari ora sarebbe europarlamentare. O addirittura presidente(ssa) della Camera.

Carlomanno Adinolfi

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati