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Così gli Stati Uniti d’Europa stanno uccidendo l’Italia: il nuovo libro di Marco Mori

by La Redazione
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Roma, 24 ott – La prossima nascita degli Stati Uniti d’Europa non può che significare una cosa sola: la fine della Repubblica italiana e il trionfo dell’alta finanza a tutto danno dei popoli europei. È questa la tesi di Marco Mori, magistralmente esposta ne La morte della Repubblica (Altaforte, pp. 264, € 18), il nuovo libro del noto avvocato genovese, che da oggi è disponibile in prevendita e che dal 5 novembre sarà presente in tutti i Mondadori Store. In questo suo lavoro, Mori ricostruisce dunque le tappe che hanno condotto alla destrutturazione sistematica della Costituzione italiana, e lo fa attraverso una disamina dei contesti e degli eventi che l’hanno permessa.

La copertina del volume


Marco Mori è da anni impegnato nella divulgazione, su un piano strettamente scientifico, delle ragioni di incompatibilità tra trattati europei e Costituzione. E se già nel 2016 aveva pubblicato l’opera di successo Il tramonto della democrazia: analisi giuridica della genesi di una dittatura europea, cioè una violenta critica all’Ue e all’euro, ora La morte della Repubblica arriva a completare il discorso. Con padronanza delle fonti giuridiche, verve polemica e stile piano e accessibile a tutti, Marco Mori punta quindi il dito contro l’ideologia neoliberista che innerva l’Unione europea e che ha portato solo «povertà, paura del futuro, cancellazione dei diritti sul lavoro, delle garanzie sociali e tanto altro». Di qui la follia di continuare nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa, la tappa finale del processo di unificazione statale di tutti i popoli europei su basi traballanti e fallaci.
L’opera è impreziosita da una prefazione di Simone Di Stefano, segretario nazionale di CasaPound Italia, da sempre in prima linea nella difesa dell’Italia dalle ingerenze della Ue e dalla tirannia della moneta unica. «Esiste una Europa dei Popoli – scrive Di Stefano nella prefazione – esiste ed è, in potenza, pronta ad esprimere le qualità migliori dell’essere umano. Perché prima di tutti abbiamo esplorato, abbiamo combattuto, abbiamo inventato, abbiamo saputo superare ostacoli quando ancora questi apparivano come divieti divini. Purtroppo questa Europa rischia di non nascere mai, perché abbiamo delegato la sua costruzione ad avidi individui dotati di una consapevolezza storica delle proprie radici coincidente con l’epoca dell’emissione dei titoli di credito. Io continuo a ritenere – continua Di Stefano – che la via del liberismo senza regole che inginocchia i popoli non sia la via per creare il legame tra le genti d’Europa, ma solo quella per alimentare i più bassi ed egoisti istinti nazionalisti. Questa via, ammesso che a qualcuno interessi, ci condurrà, un minuto prima che alla fame, ad una nuova guerra tra popoli europei e, considerando che dalle guerre c’è sempre qualcuno che esce con le tasche piene, è forse proprio questo l’ultimo tassello mancante».
Gabriele Costa

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