Roma, 4 gen – Tra le tante, troppe, cattive notizie con cui è iniziato questo 2017, senza ombra di dubbio, una delle più brutte è stata quella dell’entrata in vigore del decreto che ha messo fine all’esistenza del Corpo Forestale dello Stato. Per la precisione dal primo gennaio, attraverso il decreto 117 del 2016 e in applicazione della legge del 7 agosto 2015 n. 124, l’Arma dei Carabinieri assorbirà il quarto Corpo di Polizia italiano.
La soppressione della cosiddetta Guardia Forestale, oltre ad essere l’ennesima pagliacciata da governo tecnico, non è altro che un altro insopportabile affronto alla storia della nostra nazione. In una terra dove ci sono sempre più boschi e foreste (ogni italiano possiede in media 200 alberi), e le eco-mafie accrescono sempre più i loro guadagni, scompare quella figura che da più d’un secolo ha rappresentato un riferimento e una sicurezza per il nostro verde e la protezione della fauna italiana. Circa 7mila ex forestali hanno trovato un’altra sistemazione nei Carabinieri, altri invece, come ad esempio il reparto anti incendi, confluiranno nei Vigili del Fuoco.
E’ lunga la storia del nostro Corpo forestale, una storia di quasi due secoli di servizio in sostegno della natura e del mondo animale. La sua nascita è stata praticamente contemporanea alla formazione e alle differenti evoluzioni dello Stato Unitario. Nel 1822 fu creata l’Amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi nel Regno di Sardegna ed era specializzato nella difesa del patrimonio forestale, dell’ambiente e del paesaggio italiano. Durante il Ventennio fu istituita, su iniziativa di Italo Balbo, la Milizia Forestale, con lo scopo di dare allo Stato un organo ben organizzato e attivo per l’attuazione delle direttive del governo fascista nel campo della politica forestale. Nel secondo dopoguerra assunse il nome di Corpo forestale dello Stato che ha mantenuto fino al suo scioglimento.
A poco sono servite le proteste di sindacati e delle diverse associazioni ambientaliste che si sono battute contro il decreto. Secondo i dirigenti di Polizia, al contrario favorevoli, l’unione dovrebbe portare ad una maggiore possibilità di intervento e a un miglioramento del servizio. Naturalmente lo spot dall’alto è stato incentrato sulla riduzione dei costi, ma in ogni caso c’è chi afferma che non ci sarà alcun risparmio provocato da questa manovra. Sicuramente un accorpamento più sensato sarebbe stato quello delle due forze speculari, Carabinieri e Polizia di Stato, senza il bisogno di sopprimere un Corpo che invece avrebbe dovuto essere rafforzato e migliorato nel numero e nella dislocazione territoriale. In questo modo avremmo ottenuto una significativa riduzione delle spese e il mantenimento in vita di coloro che hanno da sempre difeso il territorio naturale del Belpaese.
Mauro Pecchia