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Trasporti e mobilità/3: il futuro: le interfacce "social"

by La Redazione
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Terza e ultima parte del nostro approfondimento sulle tematiche relative a mobilità e trasporti. QUI la prima parte e QUI la seconda parte.
Roma, 9 set – Tutti oggi siamo dotati di smartphone con potenzialità tecniche, anche nei casi più scarsi, pari a quelle di un pc medio d’una decina d’anni or sono e contemporaneamente tutti ci interfacciamo con un qualche strumento social (Facebook, Whatsapp, etc.); obbiettivamente, però, quante volte avete preferito una comunicazione diretta (di lavoro, di svago, di cortesia) mediante le funzioni di videoconferenza integrate ormai ovunque nei social invece di spostarvi fisicamente, magari con la vostra auto, per “vedervi di persona” ? Sinceramente, neanche il Presidente degli Stati Uniti ha così tanti incontri importanti quanto la media degli Italiani.
Altro aspetto è l’interfacciarsi con la struttura pubblica, dalla richiesta di un certificato alla presentazione di una dichiarazione attraverso la prenotazione di una prestazione medica. In Italia non mancano gli strumenti per l’amministrazione digitale, sono solo presentati in maniera confusionaria ma molte delle esigenze di base possono essere svolte senza la necessità di spostamento dal proprio domicilio : bisogna avere nelle prime volte la pazienza di imparare procedure nuove.
È ugualmente interessante come diverse prove condotte da enti terzi abbiano rilevato che l’utilizzare costantemente il navigatore per cellulari Google Maps (completamente gratuito), grazie all’integrazione standard con i rilevamenti del traffico, sul classico tragitto casa lavoro permetta di risparmiare in media almeno 13 minuti la settimana, ovvero 13 minuti di vita da non dedicare ad un volante in coda e 13 minuti di gas di scarico in meno nell’ambiente.
Sembrano sciocchezze ? Sì, sono delle banalità, ma un recentissimo studio di McKinsey ha valutato l’impatto di simili facezie le quali, assommate, possono portare ad una riduzione dell’inquinamento da veicoli fra il 10 ed il 30 per cento. Il tutto senza minimamente intervenire sulla viabilità od obbligando i cittadini a sforzi quali il sostituire la propria vettura con un’altra elettrica, con i mezzi pubblici e con le biciclette.
Se vogliamo alzare l’asticella si può giungere a delle forme di micro organizzazione con risultati molto più consistenti. Un esempio su tutti: il recarsi al supermercato per la spesa alimentare con la propria vettura, quanto di più sciupone ed inefficiente possibile sia nell’aspetto ambientale che economico. Se i consumatori eseguissero gli ordini in via telematica e tutti optassero per la consegna a domicilio organizzata con criteri di economia (radunando in pratica le consegne per area geografica nel medesimo lasso temporale) i costi del servizio sarebbero per lo meno identici a quelli del mezzo privato, ma creerebbero nuovi posti di lavoro e si ridurrebbe il dispendio energetico grazie ad un solo furgone che percorrerebbe molti meno chilometri. Addirittura i piccoli esercizi di vicinato potrebbero gestire il servizio in maniera consortile ed avrebbero un’arma in più per combattere i grandi centri commerciali.
Dopo queste tre brevi disamine pare chiaro che tantissimi sono i frangenti di miglioramento possibile: il punto focale è la necessità di un approccio alla tematica nel senso più ampio senza preconcetti e rigidità (anzi, con fantasia e tecnica) per addivenire a risultati positivi, lasciamo agli altri la polemica fine a se stessa con tutto il suo bagaglio di tristezza ed inconcludenza.
Cristiano Bergoglio

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1 commento

alessandra bonanno 9 Settembre 2018 - 8:07

Allergica come pochi a queste cose,le uso il meno possibile e mi fa un po’ ridere chi si appoggia fino a dipenderne,oltretutto funzionano più no che si,il navigatore con google maps non tiene conto del traffico sceglie solo la strada più breve

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