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Ucraina, gli americani sono stufi della guerra: il dato del sondaggio

by Alberto Celletti
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Ucraina americani contro la guerra

Roma, 20 feb – La guerra in Ucraina è desiderata dagli Usa ma non certamente dagli americani comuni. Non che non fosse plausibile immaginarlo, ma i dati del sondaggio dell’Harris Poll e del Quincy Institute sono poco contestabili, come riportato anche da Commando’s Substack.

Ucraina, guerra voluta dalle élite e non dai cittadini americani

Spesso si cade nell’errore di criticare quasi “razzisticamente” il popolo statunitense. Sebbene le critiche a quel tipo di cultura sociale siano sovente condivisibili, e sebbene le generalizzazioni tanto criticate siano in realtà un metro utile per valutare il risultato culturale di una comunità (che esiste, a prescindere da maggioranze, minoranze o eccezioni di segno differente), è indubbio che sulla guerra in Ucraina ci sia una bella differenza tra gli americani e chi li governa. Senza esprimere giudizi di valore di sorta, è una ovvia conseguenza della quotidianità cui devono far fronte le persone comuni e non i “potentissimi”, per metterla su un piano semplice ma chiaro. Di conseguenza, non può sorprendere se il sondaggio sopracitato sbugiardi tanto il presidente Joe Biden che il Segretario di Stato Tony Blinken, così come gran parte della stampa mainstream che – oltreoceano, come da noi – supporta praticamente a prescindere lo scontro con la cattivissima Russia da demonizzare e da cui difendersi. Comunque, è Responsible Statecraft a riportare i dati del sondaggio, e c’è ben poco da discutere: il 70% degli americani vuole che l’amministrazione attuale porti il governo di Kieva una trattativa con la Russia il prima possibile, e quindi a una pace negoziata.

La gente comune vuole pace e tranquillità, non seguire gli interessi del complesso militare industriale

È interessante notare che agli intervistati sia stato fatto presente che un negoziato si tradurrebbe in ovvi compromessi con Mosca e che il risultato non sia cambiato: la gente vuole che finisca questa storia. Vuole che finisca il fiume di denaro versato a Kiev e le risorse che (probabilmente, ipotizziamo) il comune cittadino vorrebbe veder destinato al suo futuro, e non a quello di un conflitto percepito come estraneo. Con buona pace di Raytheon, Lockheed Martin, Boeing e gli altri produttori di armi statunitensi, gli unici che al momento possono rallegrarsi di questa situazione.

Alberto Celletti

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