Home » Venezia a pagamento è uno scempio (quanto meno per gli italiani) e l’ipocrisia del Comune è insopportabile

Venezia a pagamento è uno scempio (quanto meno per gli italiani) e l’ipocrisia del Comune è insopportabile

by Stelio Fergola
0 commento
Venezia pagamento

Roma, 6 mag – No, non è possibile che un bene pubblico, cittadino, specialmente se patrimonio di tutta la Nazione, diventi una sorta di gabbia in cui si entra pagando un bigliettino. Non è possibile eticamente, sia chiaro, perché nel mondo in cui le amministrazioni comunali facciano cassa in qualsiasi modo, tutto è lecito, a quanto pare. Non aiuta a prenderla bene l’ipocrisia della giunta della città lagunare nei mesi scorsi e anche nel presente, probabilmente attratta in modo irrefrenabile dalla voglia di considerarci tutti dei cretini. Venezia a pagamento è già difficile da digerire così, senza che la politica locale spari sciocchezze inutili.

Venezia a pagamento è pura inciviltà contro gli italiani

Sì, si può comprendere il ticket a pagamento per gli stranieri, come in molti hanno ipotizzato da quando è stato pianificato questo crimine culturale contro la comunità. Si può comprendere perché siamo francamente stanchi marci di doverci considerare uguali a tutti gli altri. Siamo stanchi di dover sottostare al diktat secondo cui gli italiani siano uguali agli stranieri. Non è così. Chi è italiano ha un diritto di proprietà maggiore su Venezia, con conseguente dovere maggiorato di rispettarla e di accudirla. Chi è straniero è un gradito ospite ma non gode degli stessi diritti.  Dunque sarebbe potuto essere anche plausibile far pagare agli ospiti la visita in città. Pendolari o meno che fossero, anche perché la misura non colpisce chi dorme nel comune di Venezia, in quanto già oberato della tassa di soggiorno di 3 euro. “Bontà del conune”, almeno quello. Ma far pagare agli italiani che vogliano farsi una passeggiata in uno dei luoghi nazionali più importanti della storia dell’umanità, beh, quello è un crimine culturale.  Un attacco alla già titubante identità e all’attaccamento ad essa. La cosa più triste di questa società è che si lamenta delle passioni e degli ardori non più presenti nei giovani, salvo fare di tutto per generare nuovi ignavi, nuovi materialisti, nuovi indifferenti.

Le ipocrisie del Comune

Non se ne può più di ascoltare il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che ripete da mesi sempre la stessa favoletta, sostenendo che il provvedimento “non sia per fare cassa” ma “per contenere il turismo in città”. Una fandonia che potevamo ritenere tale già nei mesi scorsi, sia chiaro, visto che se vuoi contenere senza fare cassa, banalmente, non chiedi il biglietto. Ma evidentemente il municipio locale pensa di aver a che fare con un popolo di completi imbecilli, altrimenti non si spiegano affermazioni tanto ridicole e grottesche. La fandonia, ovviamente, ha avuto le smentite statistiche di queste prime settimane di attività della “Venezia a pago”: già nei primi giorni il municipio ha incassato quanto di solito ottiene in otto mesi. E noi saremmo sempre scemi, caro Brugnaro. Il politichese fa parte di questo mondo, ma qui si esagera davvero.

Stelio Fergola

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati