Roma, 7 sett – “Basta Covid“ è un urlo che sovviene quasi sponteaneo, dopo gli ultimi “chiacchiericci” sulle diffusioni dei contagi e sulla naturale memoria – che non faticherei a definire traumatica – sui fatti del terribile biennio 2020 – 2021.
Basta Covid
Si tratta di un appello, probabilmente più di una preghiera, perché del solito doman non v’è certezza e le basi di accettazione sociale sono state ampie già tre anni fa, si sono consolidate nel corso del tempo e per quanto il virus sia scomparso praticamente con la bacchetta magica – sostituito efficacemente dalla guerra in Ucraina – i giochi di prestigio potrebbero farlo riapparire. Per meglio dire, potrebbero riuscirci i dati sui contagi, o per sottolineare ancora più efficacemente l’attenzione sui contagi, visto che soltanto nel mondo delle favole covidiste un virus smette di esistere e – quindi – di contagiare, così come solo nel mondo delle favole covidiste assumere il virus medesimo significa matematicamente essere malati (circostanza che, nel caso del coronavirus, è stata enormemente minoritaria da qualsiasi lato la si guardi). Comunque, qualcuno oltreoceano – tanto per cambiare – ributta in pista le grandi protagoniste della stagione pandemica: le mascherine. Perché sì, ora c’è la variante Pirola, ed è meglio “stare accorti”, come si dice nella mia terra natale, che la minaccia è sempre dietro l’angolo, e ce lo certificano pure Joe Biden e consorte.
Il precedente rende tutto possibile
Non è accaduto – come qualcuno di noi aveva previsto – che le mascherine siano diventate abitudine quotidiana. Sparito il Covid (sempre e solo nella testa dei covidisti), sparite pure quelle. Ciò non toglie che l’esperienza pandemica di per sé abbia rappresentato un precedente troppo grosso dove, in pegno di una tutela a sparutissime minoranze di cittadini che era dovuta e sacrosanta, si è condotta letteralmente in carcere tutto il resto della società. Se è successo, può ricapitare: nulla di più semplice. E se adesso “si ricomincia a contare” come se il Covid bibbidibobbidibù sia, dopo essere sparito, miracolosamente riapparso, possiamo aspettarci di tutto. Eppo l’Italia è il “secondo Paese per numero di infetti”, si sfiorano i 27mila, non si vorrà mica mettere da parte questo dato allarmante? Beninteso che le probabilità di nuovo delirio – quanto meno a breve termine – dovrebbero essere, per fortuna, estremamente scarse.
Stelio Fergola