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Vietato dubitare di Greta. Annullato convegno con “negazionisti” del riscaldamento climatico

by Cristina Gauri
7 comments

Roma, 26 set – Vietato dubitare del verbo di Greta. Non poteva essere altrimenti: la mannaia della censura colpisce anche il dibattito sul riscaldamento globale, azzerandolo in favore della vulgata degli eco-sensi di colpa. Meglio ascoltare le frignate di una ragazzina con le trecce e silenziare la voce di decine di scienziati gravemente colpevoli di sollevare dubbi sulla teoria del riscaldamento globale, assurta a nuovo testo sacro della generazione green. Se non ci si allinea, si viene marchiati con un aggettivo piuttosto evocativo: “negazionista“. Del resto proprio ieri l’Huffington post parlava della “deriva nazista” di coloro che contestano le parole di Greta Thunberg.

E così accade che un convegno sul clima, voluto dall’Accademia dei Lincei e fissato per il 12 novembre prossimo, è stato cancellato di colpo. Questa la motivazione addotta ai partecipanti dagli organizzatori: «Siamo spiacenti di informarla che il Convegno è stato annullato poiché, a causa di polemiche interne alla comunità nazionale del settore, sono venuti a mancare alcuni contributi essenziali per lo svolgimento del Convegno secondo gli obiettivi dell’Accademia. Ci scusiamo per l’inconveniente». Il messaggio è stato recapitato anche al professor Franco Battaglia, anch’egli nel parterre di esperti chiamati a prendere parola all’incontro. Ed è stata proprio la presenza del professor Battaglia a rappresentare il “pomo della discordia” che ha messo in moto gli ingranaggi della censura: il docente di chimica all’Università di Modena è anche uno degli otto promotori e primi firmatari della «Petizione sul Riscaldamento Globale Antropico» che contesta la correlazione tra le attività umane e il cambiamento climatico.

Un documento, questo, che è stato firmato da 500 scienziati di tutto il mondo, tra cui il fisico Antonino Zichichi. Il gruppo degli studiosi “contestatori” ha anche organizzato un incontro che avrà luogo a Oslo il 18 e il 19 ottobre: dati alla mano, presenterà in modo articolato la teoria che contrasta la previsione sul riscaldamento globale fatta dall’Ipcc, l’organismo scientifico dell’Onu tra i primi a lanciare il dogma del climate change. Ebbene, è bastato un articolo su Repubblica scritto con l’intenzione di minare la credibilità del professor Battaglia, bollato come “negazionista”, per convincere molti dei partecipanti al convegno a defezionare, onde evitare di subire lo stesso trattamento. Sull’onda di questo vero e proprio ricatto mediatico gli organizzatori dell’incontro hanno deciso per l’annullamento. Quello che si chiama “coraggio delle proprie azioni”…

Cristina Gauri

 

 

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7 comments

Jos 26 Settembre 2019 - 1:49

la demenza colpisce ancora.. i gretini all’assalto della ligica..

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SergioM 26 Settembre 2019 - 2:41

Dopo le stronzate sul nazismo … siamo alle stronzate sul clima …
Se parli male di balutelu sei un razzista …
beh mo che cazzo ci resta sa dire ????

La mano scivola verso la fondina della pistola ….
(J.G.)

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ugo 26 Settembre 2019 - 10:59

Ormai direi che pure gli scienziati, almeno quelli “preminenti”, indipendentemente dallo schieramento e proprio perché invariabilmente schierati, hanno perso qualsiasi credibilità. Do retta alle loro sparate, che ritengo ad elevato rischio di pelosa strumentalità, tanto quanto a quelle di ‘sta Greta che, francamente, mi ha stufato e comincia a irritarmi. Non in quanto persona, che probabilmente è una marionetta incolpevole, bensì in quanto simbolo della pervasività della menzogna organizzata nel mondo contemporaneo. E, no, non mi illudo che il mondo d’un tempo fosse meglio.

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Sergio Pacillo 27 Settembre 2019 - 7:56

Sta diventando difficile rimanere ancorati alla Veritá !

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C_eagle 27 Settembre 2019 - 8:58

È tranquillizzante sapere che con cadenza trentennale esce una ragazzina che si fa paladina dei destini climatici del mondo, si mette a sparare strambate catastrofiste all’assemblea dell’onu e ci avverte che se le cose non cambieranno drasticamente nel giro di pochi anni moriremo tutti . Nel 1992 al summit dell’ ONU sull’ambiente a rio de janeiro la piccola canadesina Severn Cullis-Suzuki disse tali e quali le stesse parole della gretina, e sciorinò gli stessi dati allarmanti della svedese, certo suscitava meno antipatia a pelle, era anche più graziosetta, sta di fatto che a fine 2019 stiamo parlando delle stesse cose del 92. “Memento mori” dicevano i monaci trappisti, ricordati che devi morire e finché se lo sentiva ricordare la gente continuava a vivere…. anche se a distanza di trent’anni .Nel 2049 mettetela più caruccia però, che questa qui fa venire l’orticaria….

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block 29 Settembre 2019 - 4:17

tien!!! mi fa pensare ad altri “negazionisti” che subiscono lo stesso trattamento …

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Marc 1 Ottobre 2019 - 4:08

Così, Greta non sarebbe connessa a Soros, nonostante la Luisa-Marie Neubeue? Ma và! Vero! Sicuro! Una sola persona cosa può significare mai? Giusto, giusto: e DUE persone? Ad esempio, quel Morton H. Halperin che è sia tra i membri di Open Society foundation che di One campaign, di cui la Neubeue è ambasciatrice?

No: nemmeno due personaggi legati a Soros sono sufficienti, dicono gli “anti-complottisti”!!! Ok, allora vediamo: scorriamo la lista degli altri membri di One campaign…

La presidente di One campaign, Gayle Smith, è connessa a Soros, avendo partecipato a eventi da lui organizzati. Stesso dicasi per Tom Freston.
Helen Gayle è stata nella fondazione Gates insieme a Joe Cerrell e Mark Suzman, altro notissimo conoscitore di Soros, da parte sua grande amico di David Cameron.
Bobby Shriever (citato nell’agendina di Epstein insieme a Peter Soros, nipote del “filantropo ungherese”) faceva già parte, insieme a Bono e a Jamie Drummond, del progetto DATA (il precursore di One), che è stato finanziato sempre da Gates & Soros: che Drummond ha definito “giant of giving for the greater good”, in un tweet indirizzato proprio a Gayle Smith.
Il nigeriano Dangote, l’uomo più ricco d’Africa, è sicuramente un amico di Soros, che ha incontrato varie volte in convegni d’affari. Stesso dicasi per il miliardario sudanese Mo Ibrahim:
https://www.burundi-forum.org/la-une/international/region-des-grands-lacs/burundi-mo-ibrahim-ami-de-soros-a-kigali/
Kevin Sheekey, che già finanziò una campagna milionaria contro Trump, partecipò alla “transition tent” di de Blasio, finanziata soprattutto da Soros.
Kelly Ayotte fu (insieme a una Rothschild…) membra del McCain Institute, sovvenzionato pesantemente da Soros.
Lawrence Summers, vecchia volpe della politica americana, conosce Soros senza alcun dubbio.

Molte di queste persone sono implicate in un progetto per le rinnovabili insieme ad altri loro conoscenti:

http://disq.us/url?url=http%3A%2F%2Fwww.avioselnav.it%2Fhi-tech%2Finternet%2Fenergie_rinnovabili__ci_pensano_zuckerberg_e_gates_con_la_breakthrough_energy_coalition.htm%3AHpIalsKQjRqfNN4bNjojVki7Uok&cuid=2217114

Che dire? Soltanto che, prima di dire asinate, gli “anti-complottisti” dovrebbero tornare a studiare come minimo logica, buonsenso e infine onestà: perchè ci vuole o grande stupidità o grande disonestà (condita con le solite minacce di querele: che sono poi il vero motivo per cui la gente si arresta dal dubitare e protestare…) a pretendere che la gente sia incapace di vederci bene, dietro certe cose.

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