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Ecco la nuova Wonder Woman. Ma è ancora un’icona del femminismo?

by La Redazione
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Wonder Woman femminismoRoma, 25 lug – Nel pomeriggio di ieri – quando in Italia erano le prime ore notturne – si è tenuto il panel della Warner Bros all’ormai famoso e attesissimo Comic Con di San Diego, il più grande context mondiale di fumetti, film e serie tv. Erano attese grandi novità per i nuovi film targati DC, la casa editrice di Batman e Superman, e i fan non sono rimasti delusi. È stato infatti rilasciato il primo trailer ufficiale del film Wonder Woman, in uscita a giugno 2017. A interpretare la super-eroina in armatura sarà ancora una volta l’attrice israeliana Gal Gadot, che già aveva esordito nel ruolo nel precedente Batman v Superman, diretto dal regista Zack Snyder, dove era apparsa molto convincente nei panni “civili” di Diana Prince – e ancor di più dopo la visione della versione estesa di 3 ore, senza i tagli macellai che la post-produzione della WB ha imposto a Snyder per ridurre il minutaggio – ma ancora un po’ forzata con indosso armatura, scudo e spada.
 La Wonder Woman fumettistica nacque nel 1941 dalla mente dello psicologo William Moulton Marston, l’inventore della cosiddetta macchina della verità e strenuo assertore della superiorità femminile nel mondo del lavoro. Nella sua biografia cartacea Wonder Woman è in realtà l’immortale Diana di Themyscira, principessa di un’isola paradisiaca abitata da sole amazzoni e che gli dei hanno celato al mondo per isolare le guerriere dagli uomini dopo che Ercole le aveva sterminate e violentate. Diana, nata senza l’aiuto di nessun uomo – è infatti una statua di terracotta appartenuta alla regina Ippolita e in seguito animata da Afrodite – lascia la sua isola paradisiaca per diventare una super-eroina, dopo che il pilota americano Steve Trevor le mostra il classico male nazista che sta per impossessarsi del mondo.

Armata con un’improbabile cotta di maglia dotata di mutandoni star and stripes e con il suo lazo della verità – richiamo agli amori da inquisitore di Marston – l’amazzone guerriera combatte dapprima i nazisti e poi tutti i nemici dell’universo fumettistico DC, in primis il dio olimpico Ares. Divenuta in breve tempo un’icona del femminismo, in realtà non ha mai “sfondato” nel mercato del fumetto e nonostante gli editori si siano più volte sforzati di inserirla come “condottiero” dell’intero mondo DC al pari di Batman e Superman, è sempre stata vista al più come una comprimaria o un’amante occasionale dei due ben più noti e amati partner maschili. Ovviamente per i sociologi questo è spiegabile con l’intrinseco sessismo di un mondo maschilista e non dal fatto che il 90% dei lettori di comics sono nerd di sesso maschile che difficilmente digeriscono le improbabili avventure femministe di una guerriera in gonnella. E non a caso le vendite si sono impennate quando al timone delle sue storie è arrivato il maestro fumettistico del noir Brian Azzarello, che ha trasformato il mondo di Wonder Woman in un thriller mitologico, con l’Olimpo occultato nel mondo moderno come sfondo.
 Tutta la genesi dell’eroina fumettistica sottolinea la totale inversione della mitologia fondante della cultura europea. Già l’essere un’amazzone, ovvero una guerriera di una società matriarcale che disprezza la virilità e rinuncia alla propria femminilità la dice lunga e anche il fatto che viva in un mondo di sole donne dove la generazione è possibile anche senza l’elemento maschile potrebbe quasi farla assurgere a pioniera dell’ideologia gender. Il fatto che i suoi nemici principali siano Ercole e Ares, ovvero le figure cardine della virilità guerriera, della spiritualità verticale su cui si fondava l’intera weltanschauung indoaria e soprattutto di Roma, la rende ancora più un’icona boldriniana pronta a demolire le basi stesse della civiltà.

Sarà così anche nel film diretto dalla regista Patty Jenkins?
 Difficile stabilirlo solo dai pochi minuti del trailer. Di certo Zack Snyder, il gran burattinaio che si cela dietro tutti i progetti del mondo cinematografico DC, ha già fatto storcere la bocca a più di un guardiano della verità assoluta, dopo che ha di fatto totalmente azzerato la mitologia messianica e vetero-testamentaria di Superman e che ci ha anche mostrato un Batman genuinamente violento e vendicativo, quasi milleriano, ma soprattutto figurazione dell’archetipo ancestrale del cacciatore-guerriero. Dal trailer del film già notiamo una prima scelta che potrebbe sembrare “scorretta”.  Infatti il “male che attanaglia il mondo” che il pilota Steve Trevor (Chris Pine, il nuovo capitano Kirk di Star Trek) annuncia a Diana non è il nazismo ma la prima guerra mondiale. Ma certamente la scelta è dettata dal fatto che la produzione non vuole “copiare” la concorrenza Marvel che già ha avuto in Capitan America l’eroe che combatte negli anni ’40 contro le SS. In più è evidente come la regista e il suo entourage abbiano fatto di tutto per far assomigliare le truppe prussiane a dei nazisti un po’ più pulp, anche se la scelta potrebbe essere puramente estetica.

C’è anche da notare come né dal trailer né dal cast appaia il “nemico” Ares, anche se non tutti i ruoli sono stati rivelati proprio per lasciare più suspense intorno alla trama. Un altro dato “positivo” è dato dal fatto che Diana è stata sì “non generata da un padre” ma comunque deve la vita a Zeus, il padre degli Dei, riportando la sua genesi in un alveo un po’ più consono alle tradizioni europee. Appaiono poi delle battute sul ruolo femminile e sulla liberazione delle donne ma sembrano più dialoghi dettati dall’affermazione di una donna guerriero che non isterismi da suffragetta. Per il resto si notano la totale assenza del gonnellino stars and stripes – per fortuna! – e un deciso miglioramento di Gal Gadot nell’interpretare le scene in armatura, grazie anche al fatto che la furia guerriera dell’amazzone si amalgama decisamente meglio nello scenario brutale delle trincee di inizio novecento che nello scenario metropolitano di Gotham City.
 Di seguito potete vedere il trailer doppiato in italiano.

Carlomanno Adinolfi

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Stefano 25 Luglio 2016 - 5:37

Mah..!

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