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Zalone vola a Londra: “L’educazione italiana รจ meglio del senso civico del nord”

by La Redazione
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13036406_1750526491833102_1789730404_oLondra, 17 apr – A fine proiezione, effettivamente, restava poco da aggiungere. โ€œQuo vado?โ€, lโ€™ultimo film di Checco Zalone, visto da circa un quarto degli italiani e record storico di incassi, rischia facilmente di essere banalizzato da interpretazioni superficiali, pregiudizi negativi o da analisi che ne dimenticano lโ€™aspetto fondamentale: si tratta di una commedia. Sarร  stato questo, il clima piovoso di ieri o una sorta di timore reverenziale di fronte alla platea che ha assistito alla presentazione della pellicola a Londra, presso il cinema Genesis, grazie allโ€™organizzazione di CinemaItaliaUk, ma ieri Luca Medici, piรน conosciuto come Checco Zalone, รจ stato decisamente di poche parole. โ€œNoi italiani siamo campioni nel buttarci merda addosso. Ma, in realtร , qualche pregio ce lโ€™abbiamoโ€, ha perรฒ osservato, sottolineando lโ€™errore nellโ€™interpretare il film come una satira cattiva contro lโ€™italianitร  che, se pur non viene assolta, viene perรฒ senzโ€™altro valorizzata e ripulita dalla pellicola diretta da un Gennaro Nunziante ieri molto piรน loquace dellโ€™attore pugliese. Visibilmente orgoglioso, annunciando il tour in circa ottanta paesi alle centinaia di italiani ed ai pochi inglesi presenti in sala, Nunziante ha evidenziato lo stupore dei produttori americani, interessatissimi al fenomeno Zalone. Ma, dopo aver anticipato lโ€™intenzione di fare un nuovo film insieme, Checco ha avuto anche modo di raccontare la telefonata ricevuta dal premier Renzi, commentando poi cinico: โ€œรจ un politico, bravo a salire sul carro del vincitoreโ€. Genuinamente in imbarazzo per il suo inglese scolastico, Luca Medici ha aggiunto: โ€œnoi italiani abbiamo lโ€™educazioneโ€.

Una parola semplice, ribadita spesso nel film, a cui Zalone sembra attribuire un senso particolare, importante: โ€œper me รจ buon sensoโ€, spiega. Educazione รจ la parola che sfida il nordico legalismo sfrenato in diverse scene del film, educazione รจ richiamo ad una societร  fatta ancora di persone e di relazioni di vicinato, richiamo ad un senso di comunitร  che si perde in quella triste forma di โ€œsenso civicoโ€ in cui ogni conoscenza immediata ed ovvia degenera in regolamentazione, poichรฉ il prossimo รจ, ormai, pressochรฉ un estraneo. Checco Zalone fa anche satira. Ma non รจ satira anti-italiana. Prende in giro lโ€™italiano medio quanto il radical chic; la presunta apertura mentale del nord Europa, con gli eccessi del multiculturalismo e dellโ€™egualitarismo portato al paradosso, ma, al tempo stesso, non fa sconti alla mentalitร  bigotta, alla burocrazia conservatrice da Prima Repubblica, al parassitismo. Lโ€™Italia, sembra dire, non รจ la mentalitร  piccolo borghese, che ha paura di rischiare e di perdere i suoi miseri privilegi. Lโ€™Italia รจ quel senso di comunitร , รจ, โ€œdopo tanto buio nordico, la luce del Sudโ€, ma la sua rinascita passa per un ritrovato valore del rischio e del dono di sรฉ. รˆ per questo che la satira, in chiusura, abbandona il piano orizzontale e riparte dalla scena iniziale. โ€œOgnuno ha un talento, tu cosa vuoi fare da grande?โ€, chiedeva il maestro in apertura al piccolo Checco. Lui, impregnato di cultura piccolo borghese, rispondeva: โ€œIo voglio fare il posto fissoโ€.

Ma, infine, โ€œla storia della sua animaโ€, che il capo tribรน africano gli chiedeva di raccontare, porta ad una conclusione che prevede un distacco dai due modelli messi a confronto e presi in giro per tutta la durata della pellicola, giungendo ad un cambiamento che รจ โ€˜verticaleโ€™. Checco ritrova la sua italianitร  ma non รจ piรน un piccolo borghese. Sceglie il rischio, il dono, come dicevamo; sceglie, insomma, di superare lโ€™individualismo ed il materialismo. Ci sembra, ma potremmo sbagliarci, che in questo vada molto al di lร  del buonismo spiccio, cosรฌ come nella satira va indubbiamente molto al di lร  del politicamente corretto, ragion per cui tale Davide Turrini su โ€œIl Fatto Quotidianoโ€ (s)parlava di โ€œminoranze sputtanateโ€. Il che รจ un gran merito. Insieme al dato oggettivo che piรน di tutti permette di valutare una commedia: il film fa ridere. Fa ridere, a volte sorridere, e lo fa in maniera elegante. Senza forzature, battute trash, senza risultare volgare, banale o ripetitivo. Il personaggio รจ sempre lo stesso ma la struttura e la narrazione gli consentono di utilizzare schemi comici sempre diversi. Non รจ qualche buona trovata qua e lร  a far ridere in questo come negli altri suoi film, ma una struttura comica di per sรฉ, un impianto narrativo decisamente azzeccato. E gli applausi di un pubblico sicuramente eterogeneo in quel di Londra molto probabilmente ne sono la conferma.

Emmanuel Raffaele

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