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Europa e Conference League, perché possiamo portare in Italia entrambe le coppe

by Marco Battistini
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Roma, 4 mar – Non si vive di sola Champions. Nelle ultime settimane infatti sono ripartite sia l’Europa che la Conference League, sorelle minori della coppa dalle grandi orecchie. Fino a un certo punto: oltre alle nostre – tutte con un certo curriculum – troviamo ancora in gioco Arsenal, Manchester United, Siviglia e Villarreal. Solo per citare le più blasonate. In attesa degli ottavi, vediamo, tra campo e sorteggi, cosa è successo finora. E perché le italiane possono davvero portare a casa entrambe le coppe.

Europa League, prove di forza per Juve e Roma

Partiamo la nostra analisi dalla discendente della cara vecchia – e spesso fatta nostra – Coppa Uefa. Gli spareggi di febbraio hanno visto protagoniste in Europa League Juventus e Roma. I bianconeri, retrocessi dalla massima competizione continentale, hanno superato brillantemente il Nantes, detentore della Coppa di Francia. Dopo un’andata sfortunata tra pali, traverse e dubbie decisioni arbitrali, gli uomini di Allegri si sono imposti nella Loira atlantica. Uno 0-3 firmato completamente dall’argentino di origini italiane Angel Di Maria: sontuosa la sua tripletta, in particolare l’arcobaleno perfetto con cui ha sbloccato la gara di ritorno. I giallorossi invece hanno piegato il Salisburgo. Immeritatamente puniti in Austria da un altro italo-argentino (la mezzala Capaldo), Pellegrini e soci si sono guadagnati gli ottavi con un rotondo 2-0 all’Olimpico. Prima la portentosa accelerazione di Spinazzola fa cantare il gallo Belotti, poi lo stesso capitano aziona il terzino mancino che offre a Dybala il facile raddoppio.

Venerdì scorso l’urna di Nyon ha quindi riservato il Friburgo alla Juve e la Real Sociedad ai capitolini. Possiamo tranquillamente affermare che entrambe le italiane partono coi favori del pronostico. I tedeschi fanno parte del nutrito gruppo di testa della Bundesliga ma non hanno una consolidata tradizione europea. Attenzione al “nostro” Grifo: l’ala sinistra è già in doppia cifra. Alta classifica anche per gli spagnoli, terzi nella Liga ma staccati dal duo Barça-Real. Squadra dalla forte identità basca, conta in rosa solamente cinque stranieri. Compagine ostica ma certamente non insuperabile.

In un’ottica di lungo periodo il Barcellona, che sulla carta era la squadra più accreditata alla vittoria finale, ha già salutato la truppa. Fari puntati quindi sulle restanti candidate: Arsenal, Siviglia e Manchester United affronteranno rispettivamente Sporting Lisbona, Fenerbahce e Betis.

Conference League con vista quarti di finale

Scendiamo in Conference. Alla Lazio è bastata la rete del “solito” Immobile per avere la meglio sul Cluj – originale (ma non per Sarri) lo schema decisivo su calcio di punizione. Pieno di reti per la Fiorentina. Con la qualificazione già in ghiaccio grazie ai quattro gol in casa dello Sporting Braga, i gigliati si sono complicati la vita nella prima mezz’ora del ritorno. Mandragora, Saponara e Cabral hanno però prontamente rimediato alle distrazioni della retroguardia toscana.

Anche in questo caso il sorteggio ha “aiutato” le audaci. Non possono infatti far paura né l’Az Alkmaar – gli olandesi saranno di scena martedì, ospiti dei biancazzurri – né gli sconosciuti turchi del Sivasspor. Rotta su Praga: Villarreal e West Ham permettendo (ma i martelli d’oltremanica hanno l’ulteriore pensiero della lotta per non retrocedere) ci sono tutti i presupposti per bissare il successo romanista dello scorso maggio.

Marco Battistini

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