Belluno, 7 ott – Una perizia stabilirà se il dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran, il killer dei due poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, è vittima di “disagio psichico”, come tutti i giornali mainstream si sono affrettati a specificare. Quel che è certo, tutti da sempre lo consideravano “una persona da evitare”, a partire dagli ex vicini di casa a Ponte delle Alpi, in provincia di Belluno. Raggiunti ieri da il Gazzettino, hanno descritto Meran come un uomo violento e aggressivo. “Siamo stati fortunati”, spiegano.
Violento e minaccioso
Per circa un anno (dal maggio 2017 all’agosto 2018) i fratelli Meran sono stati domiciliati a Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, dove lavoravano per una grossa ditta di spedizioni e abitavano in un appartamento della frazione di Pian di Vedoia. In realtà, il 29enne aveva lavorato solo per pochi giorni, preferendo passare il tempo ad allenarsi in casa, ascoltando musica ad altissimo volume. Nessuno si era mai sognato di protestare. “Era grande e molto muscoloso, faceva paura”, proseguono i vicini, “Ci minacciava, era violento. Aveva un carattere molto aggressivo”.
Uno da evitare
E la descrizione prosegue, tratteggiando il ritratto di una persona “molto prepotente e arrogante”. Una persona “che era meglio evitare”, spiegano, “Anche perché era grosso, alto uno e novanta circa, e si capiva bene che aveva anche grandi problemi psichici. Non potevi dirgli niente. Anche se non facevano la loro parte nelle pulizie nell’edificio, non si poteva proprio dire nulla, perché lui faceva paura. Eravamo disperati. Sono persone che arrivano da paesi di violenza e se la portano dietro. Alla fine, fortunatamente, se ne sono andati. Ci avevano detto verso la Germania”. I due fratelli sono stati sfrattati dall’appartamento, quando la padrona di casa aveva scoperto che ad abitarvi erano in quattro persone e non in due, come da contratto. Da lì il trasferimento a Trieste, fino alla tragica vicenda di venerdì scorso.
Cristina Gauri
5 comments
a me la cosa che più ha colpito,è stata che questo ennesimo malavitoso straniero,dopo aver strappato la 92 al nostro Poliziotto è riuscito a scarrellare la pistola e ed armarla prontamente; tenendo presente il funzionamento della sicura,dubito che questa faccia di emme sia un delinquente improvvisato per conoscere ed applicare in velocità questa funzionalità di sparo,tanto che in un mio precedente commento davo per scontato che la 92 già fosse in condition 2,ossia colpo in canna e sicura inserita.
@Blackwater: Commento assolutamente puntuale e pertinente (immagino tu abbia trascorsi militari). La sicura presente su questo e su altri modelli Beretta è da sempre temutissima, persino da personale addestrato, per le difficoltà che essa presenta nella disattivazione, soprattutto in condizioni di stress.
Pensare che si trattasse di un delinquente improvvisato è davvero puerile: quest’ “uomo” possiede evidentemente una familiarità notevole con le armi da fuoco, e la meticolosità con cui ha proceduto a camerare il colpo ed a porre la pistola in condizione di sparare dovrebbero far propendere anche il più garantista dei giudici per l’evidente premeditazione del gesto.
Le foto che corredano l’ articolo dicono TUTTO. Tipico appartenente alla razza scimmiesca. Basta guardarlo per definirlo, senza tema di sbagliare, un INDESIDERABILE. Solo il PIDIESSISMO o i BENEFICIARI del PIANO KALERGI possono sostenere il contrario. (Ho detto: SOSTENERE… mica : CREDERE! n.d.r.). In quanto alla “perizia” di cotanto “GENIO” , così MITIZZATA da certi osservatori, nella messa in funzione e nell’ uso di un’ arma corta, la cosa non dovrebbe sorprendere nessuna persona di buon senso. Tanto più se di “destra” . Mussolini cercava di trasformare un popolo di pecore in leoni. Ma, ovviamente, ha fallito. (Per riportare le SUE parole: “ma e rimasta una pecora belante!” ). I cattocomunisti, invece, hanno voluto trasformare le PECORE in CRICETI. E ci sono riusciti benissimo! Nei paesi seri non è così. Ma, neppure, di contro, nei PAESI – CESSO! purtroppo! (per NOI ! n.d.r.). La “mentalità aggressiva” e la prima ARMA di chi intende fare il PADRONE in casa d’ ALTRI! Le facce color merda, di sicuro, le armi di una certa complessità non sapranno “inventarle” o progettarle autonomamente. Ma ad usare armi “vecchie” , come quelle corte, pure scimmie, e primitivi come sono, imparano dalla piu tenera età. (Ricordiamoci che le pistole “automatiche” esistono, e sparano, praticamente invariate nella loro meccanica, da ben più di cento anni. La sicura tipo “Walther” della nostra “berettona” esiste dagli anni 30 del secolo scorso. E la meccanica su cui è basata, (la chiusura, n.d.r.), pure. n.d.r.).
Vorrei ricordare, inoltre, che nelle forze armate dei paesi cosiddetti “civili” & “garantisti” , Stati di “diritto” , insomma, (di DIRITTO per chi pare a LORO, n.d.r.), per regolamento e vietato portare l’ arma corta di ordinanza con il colpo in canna. In ogni caso, chiunque abbia un’ infarinatura sull’ uso di un’ arma corta “automatica”, sa che in caso di emergenza, e trovandosi a dover usare un’ arma rinvenuta casualmente, (o rubata, n d.r.), la prima cosa da fare e’ scarrellarla per mettere il colpo in canna. Esemplare la scena del film: “Non e’ un paese per vecchi” , nella quale il protagonista, ritrovatosi fortunosamente in possesso di una Colt Governement Cal. 45 auto, e dovendo difendersi da un “pittbull” ormai vicinissimo, “scarrella” l’ arma, espellendo la cartuccia gia in canna, ma sicuro di camerare un colpo che spara con precisione all’ ultimo decimo di secondo utile.
[…] ex rugbista e mitomane a tutto tondo. Dopo le infelici (e reiterate) opinioni non richieste sui due poliziotti uccisi a Trieste dal dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran, il calo della sua cosiddetta popolarità è palpabile. Anzi, […]