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Alcune sardine vogliono bruciare la scritta DVX sul Monte Giano. Alla faccia dell’ecologia

by Cristina Gauri
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monte giano sardine

Roma, 20 dic – No al razzismo, abolire il decreto sicurezza, equiparare la violenza verbale a quella fisica (così nessuno si insulterà più: passeremo tutti direttamente alle mani) e soprattutto togliere la scritta DVX dal Monte Giano. Non è il manifesto programmatico di un’occupazione di liceali, è quello che si può leggere nel gruppo Facebook L’arcipelago delle sardine, che vanta quasi 200mila iscritti. La priorità per molti degli appartenenti al movimento, in questi giorni, è stata quella di discutere delle sorti della ormai centenaria scritta boschiva sul Monte Giano. Del resto, chi ce le ha mai le competenze per parlare – che ne so – di Ilva, Mes, dati sulla disoccupazione, crisi dell’imprenditoria? Molto meglio prendersela con un bosco. Tutto inizia dall’iniziativa di un baldo utente, che il 17 settembre propone senza mezzi termini di “togliere per sempre” la scritta dal fianco della montagna. Non specifica come, ma dai toni sembrerebbe optare per un’azione di disboscamento.

Il post dura poco e viene rimosso dagli amministratori – forse per non lasciare spazio a fraintendimenti? Gran parte delle sardine appoggia l’ambientalismo d’accatto di Greta Thunberg, sarebbe un peccato se qualche “esterno” pensasse che il movimento guidato da Santori appoggi l’abbattimento di un’area boschiva. Quindi il nostro utente ci riprova, specificando che l’azione talebana non prevede l’eliminazione delle piante, ma la messa a dimora di altri esemplari per riempire gli spazi tra una lettera e l’altra e coprire in modo ecologico le tre lettere della vergogna.

Ma il danno è fatto e a nulla serve correggere il tiro: se c’è qualcuno che plaude all’idea di rinfoltire il bosco, molti altri – alla faccia dei “polmoni verdi”, delle emissioni di CO2 e di Greta Thunberg – sono per le soluzioni drastiche. C’è chi invoca le maniere fortissime:

Chi “fa il vago” e la butta lì: potrebbero pensarci dei piromani che inscenano una “autocombustione”, tanto per restare nell’alveo della legalità:

A qualcuno invece non dispiacerebbe avere un po’ di legna da ardere per il proprio caminetto:

E poi ci sono gli ecopartigiani, che vorrebbero denunciare il bosco per apologia (ma gli analfabeti funzionali populisti sono i seguaci di Salvini):

Una nota di demerito per i cattivoni di CasaPound che hanno messo a dimora centinaia di alberi dopo l’incendio che distrusse una parte della foresta:

Chi invoca l’intervento divino con una valanga:

E chi adora l’odore del napalm al mattino:

Niente di nuovo sotto il sole comunque: che le sardine fossero un movimento pervaso dal peggior populismo sinistroide, incoerente e culturalmente svantaggiato si sapeva già prima di questo delizioso siparietto.

Cristina Gauri

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4 comments

Jos 20 Dicembre 2019 - 11:56

..per tagliare gli alberi dovrebbero essere capaci di evitare di essere, loro, eliminati…., ma “loro” sono “vecchi e stanchi”..

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Attila 20 Dicembre 2019 - 12:10

Poveri dementi

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Marcellus 20 Dicembre 2019 - 2:36

Vabbè che la scritta sia fuori luogo, ma questi sono solo una manica di miserabili coglioni esibizionisti che di qualche like da altri sfigati come loro sparando minchiate falso-cinico.

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