Roma, 27 ott – La verità emerge dai fatti quotidiani che contraddicono l’incomprensibile narrazione strappalacrime di chi ancor oggi vorrebbe cantare dal balcone, fare lenzuolate di solidarietà, accompagnando il tutto con la soddisfazione per aver finalmente stroncato la deprecabile movida. Anche la retorica del premier Conte è totalmente fuorviante, soprattutto quando afferma che l’Italia ce l’ha fatta una volta la scorsa primavera e ce la farà ancora una volta nei prossimi mesi. Non è vero e non è ipotizzabile un finale romantico di questo tipo. La verità è che questa pandemia rappresenta la più grande rivoluzione sociale e geopolitica dell’ultimo secolo, tanto che persino le elezioni negli Stati Uniti potrebbero avere esito diverso da quello dato per scontato fino a marzo scorso (ossia la rielezione di Donald Trump) a causa della situazione sanitaria e di ciò che ne segue.
Le ripercussioni psicologiche
Da un punto di vista psicologico, un popolo non potrà sopportare anche solo l’idea di ripiombare in una condizione di segregazione a tempo indeterminato, risultando così, oltretutto, inefficace e inutile il sacrificio fatto la scorsa primavera per affrontare la prima ondata. L’assenza di una fine, l’impossibilità di vedere il limite oltre il quale l’inferno dovrà pur terminare sta rendendo e renderà questa stagione insopportabile e inaccettabile. Tanto per fare un paragone, pensate che gli addestramenti per i corpi militari d’élite basano la propria durezza non tanto sulla fatica fisica, ma sullo stress mentale generato dall’assenza di una data di fine addestramento, cosicché la recluta non possa prevedere quando tutto ciò terminerà. Siamo all’interno di una condizione molto simile. Le batoste economiche che si susseguono una dopo l’altra sono la ciliegina sulla torta, e anch’esse sono caratterizzate dalla loro durata indeterminata. O, meglio, anche i limiti temporali che vengono prospettati sono talmente lontani nel tempo che si ha la certezza che il tessuto economico non potrà di certo reggere. Risentiranno di questo disastro coloro che storicamente creano ricchezza e posti di lavoro, ossia i lavoratori autonomi.
Lo scontra tra garantiti e non garantiti
Questa mezza Italia, da sempre maltrattata e usata come vacca da mungere, non potrà rimanere in piedi ancora a lungo, anche perché dalla maggioranza si stanno alzando voci che propongono nuove patrimoniali. L’onorevole Fratoianni, ad esempio, ha lanciato su Twitter la proposta di reperire risorse depredando i grandi patrimoni. Nessuno sa quanto un patrimonio debba esser grande per attirare l’attenzione di personaggi simili, ma risulta evidente e grottesco come costoro ritengano il privato cittadino e il suo patrimonio un osso da spolpare senza pietà. L’altra metà del paese, quella garantita e che non ha mai conosciuto neanche un mese di cassa integrazione, rimarrà ancorata ai suoi privilegi senza che il governo si ponga la domanda sull’opportunità di livellare questa differenza che deriva non dal duro lavoro ma da una norma. Per assurdo, mentre i dipendenti privati perdono il lavoro, la pubblica amministrazione ingrossa le proprie fila.
La rivolta come unica via percorribile
La sfiducia nella classe politica e principalmente in chi governa renderà l’Italia una polveriera. Non potremo votare per ragioni fin troppo banali, dunque l’unica via percorribile da chi soffre maggiormente questi eventi è la rivolta. A proposito: divertitevi voi a fare i bravi cittadini responsabili condannando chi sta già ribellandosi. Non ci interessa ricevere la medaglia d’onore da Conte e da Casalino. E qui emerge in tutta la sua crudezza la differenza tra un paese come l’Italia e un paese come gli Stati Uniti in tema di rapporto tra istituzioni e cittadini. Dall’altra parte dell’oceano certe spacconate non potrebbero esistere, perché il governo nasce per volere dei consociati e non per volontà divina. Questi ultimi sono depositari della vita del governo, e non il contrario. In Italia assistiamo invece alla situazione opposta, in cui sessanta milioni di individui sono sballottati e malmenati da una classe dirigente post comunista che traduce in sottomissione il ruolo di cittadino.
L’opposizione al bivio
L’opposizione dovrà scegliere se rimanere in Parlamento o scendere in strada con i suoi elettori. La prima strada sarà difficilmente percorribile, cosicché la popolazione sarà lasciata sola con se stessa. Si tenterà di sovvertire l’attuale ordine con l’unico metodo alternativo alle urne: la violenza. Movimenti artificiali come le Sardine sono già svaniti nel nulla: quei nullafacenti si sono rintanati dopo l’esplosione della prima bomba carta. Facile giocare a fare gli eroi quando vi è calma piatta. Houellebecq, nella primavera scorsa, disse che sarebbe rimasto tutto come prima, solo un po’ peggio. Adesso, invece, abbiamo la semi certezza che la vita precedente al Covid-19 è ormai un capitolo chiuso.
Lorenzo Zuppini