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“Basta terrorismo, o la gente prende d’assalto i pronto soccorso”. Zangrillo torna a parlare

by Cristina Gauri
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zangrillo

Milano, 19 ott – «La curva salirà ma dobbiamo rimanere con i nervi saldi e lucidi perché ne usciremo vincitori». Il professor Alberto Zangrillo ritorna a parlare dopo un mese di assenza dal dibattito sull’epidemia di coronavirus. Lo ha fatto intervenendo a Non è l’Arena su La7, motivando il suo silenzio con la necessità di tutelarsi dopo l’aumento dei numeri del contagio: «Ho cercato di non sovraespormi», spiega. «Siamo davanti a un numero di contagiati molto elevato. Con i miei collaboratori cerchiamo di affrontare la situazione sempre nello stesso modo, analizzando i dati».

Dare tregua alle terapie intensive

Il prorettore dell’Università San Raffaele insiste su una nuova necessità: far respirare le terapie intensive senza «intasarle» di casi curabili altrove. «La terapia intensiva è un presidio fondamentale. Però va utilizzata il meno possibile», ha spiegato. «Auspico che ci sia qualcuno che faccia del suo meglio per farci arrivare meno gente possibile». A questo proposito Zangrillo ricorda l’importanza di sviluppare un sistema sanitario che preveda cure domiciliari per chi presenta sintomi lievi, per non affaticare i pronto soccorso: «Se il sistema sanitario globale è composto da una serie di entità che non danno tutte il massimo, i malati o coloro che temono di diventare malati si presentano tutti in pronto soccorso. E noi allora non ce lo facciamo. Nel mio ospedale, su 101 pazienti almeno il 50% potrebbero ricevere adeguate cure domiciliari», continua.

No al terrorismo per non affaticare il pronto soccorso

«Sì alla corretta informazione e no al sensazionalismo mediatico», insiste. Infatti, «solo il primo produce un flusso ordinato al pronto soccorso e una gestione ottimale dell’assistenza clinica. Dal sensazionalismo mediatico derivano angoscia, disorientamento, somatizzazione e abbandono dei pazienti». E a farne le spese sono le strutture ospedaliere chevengono puntualmente prese d’assalto.

Non è un bell’esercizio attaccare i colleghi

Per quanto riguarda le polemiche con gli altri scienziati, Zangrillo sostiene che «Non è un bell’esercizio attaccare i colleghi», intervenendo in risposta alle affermazioni di altri esperti del settore che con sempre maggiore frequenza «duellano» sui fronti opposti del dibattito sul Covid.  , questi ultimi – si veda il caso di Galli – autori degli attacchi più feroci e spregiudicati. «Io non ho mai affermato nulla contro qualcuno, non parlo nemmeno più e mi difendo con la mia azione quotidiana che non devo giustificare. Il mio è un semplice tentativo di enunciare concetti fondamentali che serviranno a vincere contro la manifestazione clinica di questa epidemia. A cominciare», puntualizza, «dal rispetto assoluto delle regole».

Cristina Gauri

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3 comments

Flavio 20 Ottobre 2020 - 7:56

Bisogna assaltare gli ospedali e fare piazza pulita di tanti dottori ed infermieri che sono complici della dittatura rossa svegliaaaaa italiani svegliaaaaa

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Flavio 20 Ottobre 2020 - 7:58

Bisogna assaltare subito tutti gli ospedali ma per eliminare tutti quei dottori ed infermieri dannati che sono complici della dittatura comunista svegliaaaaa italiani svegliaaaaa.

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I letti vuoti Covid non sono utilizzabili dagli altri malati. “Attese sulle barelle durano giorni” – Notizie Dal Mondo 11 Dicembre 2020 - 6:15

[…] clamorosa rivelazione – riportata in esclusiva da Agi – di Marco Bordonali, direttore del pronto soccorso dell’ospedale milanese San Giuseppe. Il dottore racconta di pazienti non-Covid parcheggiati per […]

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