Roma, 19 ott – “Ero stato ottimista quando avevo parlato di lockdown a Natale. Magari non chiamiamolo in questo modo, però con questi numeri, con l’aumento costante di nuovi positivi, arriveremo a un inasprimento delle misure di contenimento molto prima“. Andrea Crisanti rivede le sue previsioni con ancora più pessimismo e rilancia la sua dose di allarmismo. Sì, perché il microbiologo dell’Università di Padova nei giorni scorsi aveva invocato chiusure molto pesanti, profetizzando un lockdown natalizio: “E’ nella natura delle cose“, aveva detto. Ma adesso, sull’onda dell’aumento dei positivi (anche se i sintomatici e i ricoverati restano una percentuale minima), Crisanti torna alla carica con il suo catastrofismo.
“Dobbiamo abbassare la curva dei contagi”
Il microbiologo, in una intervista al Messaggero, è convinto che “i numeri che stanno venendo fuori sono un disastro. Dobbiamo abbassare la curva dei contagi, ma una volta ottenuto il risultato, dobbiamo essere in grado di mantenere la curva bassa. Ma è saltato completamente il sistema di tracciamento”. Al di là delle misure di contenimento, Crisanti si chiede “come manteniamo i numeri dei contagi bassi? Abbiamo fallito già una volta in questo. Vogliamo ripetere lo stesso errore? Le misure di contenimento sono inutili senza un piano organico per dotare l’Italia di un sistema che mantenga basso il numero dei contagi. E’ la vera sfida, dobbiamo insistere su questo”.
Il microbiologo critica il governo
Il medico critica le scelte del governo giallofucsia: “Se invece di buttare soldi per acquistare i banchi a rotelle avessimo investito sul tracciamento e sulla capacità di eseguire i tamponi, oggi saremmo in una situazione differente. Se avessimo investito davvero, come la Cina che in pochi giorni ha effettuato 11 milioni di tamponi, oggi ci troveremmo in una situazione diversa. Non possiamo andare avanti altri sei mesi solo con le chiusure. Come mai questo piano per potenziare tamponi e tracciamento non è mai stato discusso?”
“Lockdown inevitabile se misure in campo non funzioneranno”
Quando a Crisanti chiedono se ci sarà presto un nuovo lockdown, risponde: “Questo non lo so, anche perché ormai sembra che in Italia la parola lockdown non si possa proprio pronunciare. Ma è evidente che un inasprimento delle misure sarà un rapido sviluppo se quelle che sono state messe in campo non funzioneranno“. In conclusione, l’esperto fa presente che “non è stato fatto un piano per mantenere bassi il numero dei contagi. Chiudere tutto paradossalmente è facile, ma poi bisogna evitare che i contagi risalgano”.
Insomma, tra Crisanti e Ricciardi, gli “espertoni” filogovernativi stanno già creando le basi per una ulteriore stretta da parte del premier Giuseppe Conte. Anche perché l’ultimo Dpcm – in vigore da oggi – è chiaramente una soluzione intermedia, un decreto-cuscinetto prima della nuova chiusura generale natalizia.
Adolfo Spezzaferro
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