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Bimba di 18 mesi violentata e uccisa, è stato il compagno rumeno della madre: arrestato

by Cristina Gauri
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bimba morta

Milano, 23 gen – Non è stato un incidente a causare la morte della bimba di 18 mesi deceduta due settimane fa a Cabiate, in provincia di Como. L’esito dell’autopsia condotta sul corpo della piccola ha infatti smentito la versione del compagno della madre – un operaio rumeno di 25 anni – che era con lei al momento della tragedia.

La bimba di 18 mesi uccisa dal compagno rumeno della madre 

L’uomo aveva raccontato che la bimba si era fatta cadere una stufetta in testa mentre stava giocando. La madre, che aveva dovuto assentarsi, aveva affidato la bambina alle cure dello straniero. Sempre secondo il racconto del rumeno, dopo essere stata colpita alla testa dalla stufa, la bimba aveva pianto per alcuni istanti, ma era poi tornata a giocare. Lo riferisce TgCom24.

L’autopsia smentisce la versione dello straniero

Un incidente domestico che si era rivelato fatale per la piccola, trasportata d’urgenza all’ospedale di Bergamo e morta poco dopo: questa la dichiarazione resa alle forze dell’ordine dallo straniero, smentita dall’esame autoptico. Dagli accertamenti è infatti emersa la raccapricciante verità: la piccola era stata “ripetutamente picchiata” e “violentata” dal compagno della donna.

Maltrattamenti e abusi sessuali

Oggi, a distanza di due settimane, i carabinieri della compagnia di Cantù hanno arrestato il giovane che accudiva la bimba l’11 gennaio scorso, accusandolo di maltrattamenti con esito mortale e di violenza sessuale. Secondo gli inquirenti il rumeno – che da giorni era tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine – avrebbe picchiato in più occasioni la bimba e in alcuni casi avrebbe anche abusato sessualmente di lei. L’uomo viveva con la mamma della bambina da circa tre mesi, ma dopo la tragedia era tornato a vivere a casa dei propri genitori. Stando a quanto riferito dai quotidiani locali, la madre non sospettava nulla. Il 25enne è stato tratto in arresto stamattina a Lentate sul Seveso.

Cristina Gauri

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1 commento

jenablindata 23 Gennaio 2021 - 9:30

….
altro marcio frutto della cultura nazifem e sinistrata:
senza l’abitudine imbecille di scappare il più lontano
possibile dalle regole ritenute “patriarcali & oppressive”
delle famiglie di origine,
questa bambina sarebbe stata curata dai nonni,e NON sarebbe stata lasciata in mano a una bestia sconosciuta fino a tre mesi prima.

e poi il padre dalla bambina che fine ha fatto?
separato e buttato da una parte come una scarpa vecchia,come al solito?

e che dire di questo schifosissimo roito immondo,
che nel nostro paese non verrà nemmeno IMPALATO come merita…
sempre grazie all’imbecillità autolesionista dei MALEDETTI BUONISTI
cattocomunisti?

che schifo di società,che hanno messo in piedi….

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