Verona, 15 mag — Se sei trans e vuoi un figlio con cui baloccarti invocando il fanta-diritto di «essere genitore», il Circolo Pink (con il patrocinio del Comune di Verona a maggioranza dem) ha buone notizie per te: puoi ottenere un cucciolo d’uomo attraverso la fecondazione fai-da-te aggirando qualsiasi principio etico, per crearti a tavolino una «famiglia» costruita in base alle tue esigenze.
Il comune di Verona patrocina l’opuscolo sulla fecondazione trans
Queste strabilianti tecniche di inseminazione sono descritte nell’opuscolo Trans* con figl*, suggerimenti per (futur*) genitori trans* e loro alleat*. L’asterisco è d’ordinanza, l’evento si terrà a Verona sabato 20 maggio in ossequio alla Giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia. Nel corso di tale incontro i partecipanti verranno messi a conoscenza del «metodo della pipetta» che è «quello più semplice e accessibile per fecondare un ovulo senza rapporto sessuale. Non è necessaria la presenza di un medico e può essere eseguito a casa». La fecondazione trans, specifica il manualetto, deve avvenire «in forma privata. La parte donatrice deve masturbarsi, e grazie a una pipetta o siringa lo sperma viene inserito in vagina. I costi di questo tipo di inseminazione sono molto bassi. Ovviamente».
Una guida per aspiranti genitori non binari e transgender
Ma non è tutto: nell’opuscolo viene descritto il percorso che un genitore trans o non binario deve intraprendere per costruirsi una famiglia, dalla fecondazione al parto, passado per «contesto normativo, genitorialità biologica e gravidanza. Nella seconda parte, invece, sono trattati principalmente argomenti specifici per le persone trans* e non binarie che sono già genitori: Il periodo subito dopo la nascita, Genitorialità trans* all’interno della famiglia, L’approccio con asili nido, scuole, istituzioni e consultori famigliari, Risorse per le persone trans* e non binarie».
I bambini? Indottrinati
Le esigenze e i diritti del bambino — quello, ad esempio, di crescere con un padre e una madre — non sono ovviamente contemplati. Tranne quando si parla di educazione al genere, ovviamente. «Ai/lle bambinə viene insegnato di non seguire i dettami stereotipati, ad esempio le preferenze e gli atteggiamenti previsti per i maschi e le femmine. Viene messo in discussione il binarismo di genere e spiegato loro che il genere è un fattore biologico. A livello pratico, questo significa far sperimentare ai/lle bambinə ruoli differenti a loro piacimento e farlə riflettere sulla loro identità di genere». Finalmente, dunque lo ammettono: i bambini vanno incoraggiati a percorrere le strade del gender e accantonare il binarismo. Ma non esiste alcun indottrinamento sulla pelle dei minori, dormite tranquilli.
Cristina Gauri
Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.
For the reason that the admin of this site is working, no uncertainty very quickly it will be renowned, due to its quality contents.
Please, decrease your acid flow.