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Covid e bambini, è veramente emergenza? I dati dell’Istituto superiore di sanità

by Francesca Totolo
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Covid bambini, vaccino

Roma, 13 dic – Il 16 dicembre partirà la vaccinazione anti Covid dedicata ai bambini dai 5 agli 11 anni, dopo l’autorizzazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Durante l’ultima puntata di Piazza Pulita, il professor Francesco Broccolo, virologo dell’Università Bicocca di Milano, ha sottolineato però che “Il fatto che l’Ema (Agenzia europea per i farmaci, ndr) abbia approvato (il vaccino Pfizer per i bambini, ndr) non significa automaticamente che vada poi data la vaccinazione a tutti indistintamente”. Il sottosegretario al ministero della salute Pierpaolo Sileri ha poi obiettato che non ci sarà né alcun obbligo vaccinale né green pass per i bambini. Il professor Broccolo si è pure interrogato sui benefici della vaccinazione dei bambini visto che “il vaccino non riesce a bloccare l’infezione e la trasmissione” del virus, riportando poi i dati reali sui rischi che corre la fascia di età dai 5 agli 11 anni quando contrae il Covid-19. Partendo dalle dichiarazioni di Francesco Broccolo, abbiamo analizzato i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per meglio capire come si manifesta la malattia nei bambini.

I dati dell’Istituto superiore di sanità

Ogni settimana, l’Iss pubblica il bollettino di sorveglianza integrata dove si possono reperire nel dettaglio tutti i dati della pandemia (positivi, decessi, ricoveri in terapia intensiva e ospedalizzazioni) suddivisi per fascia di età.

Già da un primo sguardo ai tassi di mortalità (deceduti rispetto alla popolazione di quella fascia di età) e alla percentuale dei deceduti per fascia di età, è chiaro che i bambini/ragazzi hanno una limitatissima probabilità di morire dopo aver contratto il virus. Nella fascia 0-9 anni, il tasso di mortalità si attesta allo 0,00030 per cento, mentre è 0,00035 per cento dai 10 ai 19 anni.

Analizzando i dati dell’Iss riguardanti la popolazione dagli 0 ai 19 anni, appare ancora più chiaro che la fascia di età 5-11 anni, che presto sarà sottoposta alla vaccinazione, non presenta rischi elevati di malattia grave e decesso quando contrae il Covid-19.

Dai dati dell’Istituto superiore di sanità, si evince che il tasso di mortalità dai 5 agli 11 anni si attesta allo 0,00025 per cento. È altresì documentato dall’Iss che i bambini deceduti avevano gravi patologie preesistenti. Inoltre, dei 275.625 bambini positivi nella fascia di età 6-11 anni, 37 sono stati ricoverati in terapia intensiva (0,0134 per cento) e 1.475 sono stati ospedalizzati (0,5351 per cento).

Covid, lo stato clinico dei bambini attualmente positivi

L’Istituto superiore della sanità pubblica giornalmente gli open data riguardanti lo stato clinico dei positivi al Covid-19. L’asintomatico è una persona positiva con assenza di sintomi. Il paucisintomatico presenta leggeri sintomi, come malessere, febbre e stanchezza. Il positivo presenta uno stato clinico lieve quando ha manifestazioni cliniche a carico delle vie respiratorie e/o altri organi che non necessitano di ricovero. Il positivo presenta uno stato clinico severo quando ha manifestazioni cliniche che necessitano di ospedalizzazione, mentre presenta uno stato clinico critico quando le manifestazioni cliniche necessitano di ricovero in terapia intensiva.

Come viene evidenziato nel grafico, il 99,72 per cento dei bambini dagli 0 ai 9 anni e il 99,84 per cento dei bambini/ragazzi dai 10 ai 19 anni, senza il tampone, non avrebbe nemmeno percepito di aver contratto il Covid-19 perché asintomatico, paucisintomatico o malato in forma lieve. Per meglio comprendere tali dati, è utile metterli a confronto con quelli degli over 70 anni, fascia in cui la malattia si manifesta in forma decisamente più grave.

L’8,54 per cento dei positivi over 70 anni è stato ospedalizzato contro lo 0,27 per cento dei bambini positivi 0-9 anni e lo 0,15 per cento dei bambini/ragazzi positivi 10-19 anni. L’1,41 per cento dei positivi over 70 è stato ricoverato in terapia intensiva contro lo 0,01 per cento dei bambini positivi dagli 0 ai 9 anni e dei bambini/ragazzi positivi dai 10 ai 19 anni.

Le percentuali riguardanti i diversi stati clinici nei bambini positivi sono altresì rimaste pressoché invariate nell’ultimo mese, sebbene esperti e membri del Comitato tecnico scientifico parlino di aumento della malattia grave nella fascia di età che sarà sottoposta alla vaccinazione.

Reazioni avverse del vaccino, sindrome infiammatoria multisistemica e long Covid

A differenza di ciò che ha dichiarato Maria Antonietta Barbieri, responsabile del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Bambino Gesù di Palidoro durante una diretta Facebook in cui i pediatri rispondevano alle domande dei genitori, il vaccino Pfizer è stato autorizzato dall’Aifa per la fascia di età 5-11 anni ma non ha superato “tutte e quattro le fasi di sperimentazione”. La quarta fase, detta farmacovigilanza, non è nemmeno iniziata in Italia. La sperimentazione di Pfizer ha riguardato 2.268 bambini, 1.518 a cui è stato somministrato il vaccino e 750 il placebo. Infatti, la multinazionale americana ha evidenziato, nel documento destinato alla Food and Drug Administration in cui chiedeva l’autorizzazione: “Il numero di partecipanti all’attuale programma di sviluppo clinico è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associati alla vaccinazione. La sicurezza a lungo termine del vaccino Covid-19 nei partecipanti di età compresa tra i 5 e i 12 anni sarà studiata in 5 studi sulla sicurezza post-autorizzazione, incluso uno studio di follow-up di 5 anni per valutare le complicanze a lungo termine di miocardite/pericardite post-vaccinazione”.

Dall’analisi dei dati consolidati a disposizione, il professor Broccolo ha affermato che si verifica un caso di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) ogni 10mila vaccinazione. Quindi, su una popolazione di circa 3,6 milioni di bambini vaccinabili, si possono ipotizzare 360 casi di miocardite. Sempre il professore della Bicocca ha evidenziato che, al momento, i bambini colpiti dalla sindrome infiammatoria multisistemica sono stati uno su 3.500 positivi, quindi circa 80. Inoltre, Francesco Broccolo ha chiarito che tale sindrome si cura con la somministrazione di farmaci immunomodulanti e di corticosteroidi. Nel 98 per cento dei casi, la guarigione è immediata, mentre nel 2 per cento dei casi si prolunga per qualche giorno. Per quanto riguarda il cosiddetto long Covid, termine usato per descrivere i casi in cui la persona soffre dei sintomi del virus più a lungo del periodo ufficiale di due settimane, una revisione scientifica condotta da un gruppo di ricercatori pediatrici del Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne, ha concluso che per la maggior parte gli studi globali riguardanti i bambini hanno riscontrato “significative limitazioni” e che molti studi sovrastimano il rischio. I ricercatori dell’ospedale Bambino Gesù hanno evidenziato che i bambini sono colpiti dal long Covid più raramente rispetto agli adulti. Inoltre, i sintomi potrebbero anche essere dovuti alle conseguenze indirette del Covid-19. Infatti, “la salute dei bambini può risultare profondamente influenzata dalle modificazioni delle condizioni di vita, dal distacco dai compagni di scuola e dall’isolamento sociale, dai problemi di istruzione e del ridotto reddito familiare, che li ha esposti a un maggior rischio di abbandono”. Infine, uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Child and Adolescent Health, ha rilevato che i bambini che si ammalano di Covid-19 possono manifestare sintomi a lungo termine, ma questo accade molto più raramente rispetto agli adulti, e che la maggior parte si riprende in meno di una settimana. Circa il 4,4 per cento dei bambini manifesta sintomi oltre le quattro settimane e l’1,8 per cento oltre le otto settimane.

Perché vaccinare i bambini secondo l’Aifa

In seguito all’autorizzazione dell’estensione della somministrazione del vaccino Pfizer per la fascia di età 5-11 anni, l’Agenzia italiana del farmaco ha argomentato che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica”. Inoltre, per spingere alla vaccinazione, la Commissione tecnica scientifica dell’Aifa ha sottolineato che “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”. Benefici che, al momento, non sono comunque negati ai bambini. La campagna vaccinale dei bambini inizierà il 16 dicembre. La Regione Liguria del presidente Giovanni Toti, sempre in prima linea sul fronte delle vaccinazioni, ha già ideato “Capitan Vaccino”, una specie di supereroe che segnerà il “ritorno alla libertà” dei bambini.

Francesca Totolo

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2 comments

Carlo 13 Dicembre 2021 - 1:04

Vogliono uccidere anche i bambini…

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Luca 14 Dicembre 2021 - 11:38

Basta vedere il commento di Carlo per capire quale sia ormai il seguito del Primato Nazionale. Come vi siete ridotti, faro di no vax e complottisti.

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