Lecco, 23 ott – Eppure vi avevamo ben avvertito. Quando il 9 settembre scorso la scure censoria di Facebook si era abbattuta eliminando in un sol colpo migliaia di account di militanti di CasaPound Italia, compresa la pagina ufficiale del movimento e quelle degli esponenti regolarmente e democraticamente eletti nelle amministrazioni comunali di tutta Italia, noi ve lo avevamo detto. Progressisti, sinistroidi, non esultate perché le tartarughe frecciate non hanno più una voce social. Non esultate perché un monopolio tecnologico privato è riuscito a sostituirsi alla nostra Costituzione e si pone al di sopra delle nostre leggi. Oggi siamo noi i cattivi che diffondono odio, domani potreste essere voi a finire nel mirino. E a quel punto, con la frase “Siete su una piattaforma privata gratuita, Zuckerberg è il padrone e può fare quello che vuole” vi ci asciugherete le lacrime.
Insomma, da quel 9 settembre non è passato molto tempo perché nel mirino del colosso social finisse anche la fazione opposta a CasaPound e soci. Si trattava solo di sostenere una causa che non piacesse allo spione di Menlo. E’ cominciato tutto con gli allarmati piagnistei delle firme del Manifesto, che una mattina si son svegliati e non han trovato l’invasore, ma le pagine italiane a sostegno del Pkk e del Rojava oscurate – A Zuck i curdi non piacciono, sostanzialmente, e li rubrica sotto la dicitura “Organizzazione terroristica”. Così addio ai social di GlobalProject, Csa YaBasta, Csa Cantiere, Tpo, MilanoInMovimento, Contropiano, Dinamo Press.
Quattro giorni fa è stato il turno della pagina del Pd di Lecco. Anche qui il sospetto è che i mastini censori di Mark Zuckerberg abbiano censurato e bannato i democratici per i messaggi e articoli di sostegno ai curdi e contro i turchi. Il messaggio che accompagna il ban è come sempre sibillino: «Violazioni degli standard della community. Sembra che un’attività recente sulla tua pagina non rispetti le condizioni delle pagine Facebook». Michele Castelnovo, addetto stampa del Partito democratico della provincia di Lecco, non si dà pace. «La nostra pagina Facebook è stata oscurata dal social network di Palo Alto senza che siano state fornite motivazioni e senza ricevere risposta al reclamo presentato – spiega – Da quanto abbiamo avuto modo di apprendere, in questi ultimi giorni molte pagine hanno subìto la stessa sorte per aver pubblicato post di sostegno al popolo curdo». E conclude: «Per Mark Zuckerberg i curdi sono terroristi, dimenticando che proprio loro sono stati in prima linea e hanno versato sangue per combattere i terroristi dell’Isis. Siamo al paradossale. Da parte nostra restiamo in attesa di capire le reali motivazioni che hanno portato all’oscuramento della nostra pagina. Ci auguriamo che si tratti solo di un errore. In caso contrario, se il motivo è l’aver espresso sostegno al popolo curdo, saremmo davanti a un fatto di una gravità inaudita». Pensa un po’: CasaPound esprimeva sostegno al popolo italiano, e ha fatto la stessa fine.
Cristina Gauri
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“Vedete?… La catena dei delitti unisce gli sconfitti ai vincitori! L’ umanità deve venirne fuori da questi catastrofici conflitti!… Come dice il proverbio, tutti i nodi, ora prima ora poi vengono al pettine… Abolite la causa degli orrori! O ricordate: chi la fa’ … L’ aspetti…” Bertolt BRECHT Puo avere una qualche attinenza con le disgustose forme striscianti di dittatura, censoria e non, tanto in vigore in questi tempi tutt’ altro che luminosi?… Almeno in piccola parte… Io penso di sì.
[…] Roma, 29 ott – E’ ormai noto a tutti come la sinistra, da mesi, sia alacremente al lavoro nell’elaborare proposte per silenziare il dibattito e la pluralità di opinioni sui social, in favore del verbo della Bontà e della Giustizia (quella che giova a loro) che ricorda sempre più quello de Il mondo nuovo di Huxley. Salvo poi lamentarsi di ricevere il medesimo trattamento censorio da Facebook, quando il Pd sostiene qualcuno di non gradito a Zuckerberg. […]