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“I genitori possono dare ai bimbi farmaci bloccanti della pubertà”: sentenza choc in Gran Bretagna,

by Ilaria Paoletti
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Farmaci bloccanti pubertà

Londra, 26 mar – I genitori “amorevoli” potranno acconsentire a dare farmaci bloccanti della pubertà ai propri figli anche se minori di 16 anni. Questo stabilisce una sentenza della Corte Suprema britannica che, in parte, ribalta quella che dava ragione a Keira Bell, transgender “pentita”.

Farmaci bloccanti della pubertà, il caso Bell

A dicembre 2020, infatti, la Suprema Corte della Gran Bretagna ha stabilito che i bambini transgender di età inferiore ai 16 anni devono comprendere le implicazioni sia dei bloccanti della pubertà che del potenziale passaggio alla terapia ormonale per acconsentire al farmaco. Il problema della “facilità” di accesso a tali farmaci è stato presentato da Keira Bell, che ha iniziato a prendere bloccanti a 16 anni e ora si rammarica di questa decisione, e dalla signora A, che vuole impedire alla sua figlia adolescente trans di accedere al farmaco.

“Rischi e conseguenze”

La Corte ha stabilito che era “dubbio” che i ragazzi di età compresa tra 14 e 15 anni sarebbero stati in grado di comprendere “i rischi e le conseguenze a lungo termine” del trattamento, e “altamente improbabile” che i ragazzi di 13 anni facessero lo stesso . La sentenza ha fatto sì che si dovessero ottenere ordini precisi del tribunale per ogni minore di 16 anni per accedere alle cure ormonali.

Cure ormonali ai minori

Più tardi, a dicembre, il Tavistock and Portman NHS Trust, che gestisce l’unica clinica per l’identità di genere per bambini trans del Regno Unito, ha avviato il processo di appello alla sentenza. Il caso AB contro Tavistock e Portman NHS Trust, finanziato dal Trans Defense Fund di Good Law Project, all’inizio di questo mese ha avuto la prima udienza, e la sentenza dell’Alta Corte rilasciata oggi (26 marzo) afferma che i genitori potranno dare il consenso per conto dei loro figli a prendere i bloccanti della pubertà anche se i bambini sono minori di 16 anni.

Ma i genitori possono acconsentire

Nella sentenza, il giudice Nathalie Lieven ha affermato che mentre per quanto riguarda il caso della Bell ha ritenuto improbabile che i bambini possano essere abbastanza competenti da acconsentire e capire le cure di cambio di genere, “la differenza fondamentale rispetto a Bell è che i genitori sono, in generale, in una posizione per capire e valutare queste questioni e considerare ciò che è nell’interesse superiore a lungo e breve termine del loro bambino”. “Sono adulti, e sono le persone che conoscono meglio di tutti il loro bambino. Saranno in grado di raggiungere una decisione pienamente informata … Questo non vuol dire che non ci siano casi in cui la Corte, agendo in modo indipendente, potrebbe non essere in una posizione migliore per prendere una decisione rispetto ai genitori”.

L’esultanza delle associazioni Lgbt

Ovviamente le associazioni Lgbt come The Good Law Project esultano: “La decisione è estremamente significativa. Le barriere all’accesso ai bloccanti della pubertà attraverso il Tavistock erano già enormi. Pochissimi bambini sono stati in grado di superarli senza il supporto dei genitori”. Insomma, appena una sentenza dà ragione a chi ritiene che sia dannoso fornire farmaci bloccanti della pubertà subito si corre a trovare un “cavillo” o un caso che dia una possibilità a questo metodo.

Ilaria Paoletti

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2 comments

Marc 26 Marzo 2021 - 7:18

A frosci.

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Fabio Crociato 28 Marzo 2021 - 12:26

La natura ha capacità autoregolanti. Chi si permette di intromettersi per solo potere, lucro o vile servilismo
ne pagherà le conseguenze…

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