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Finto matrimonio con pusher nordafricano, lui la sequestra per mesi: l’incubo di una modenese

by Cristina Gauri
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donna segregata nordafricano

Modena, 19 feb — Aveva contratto un finto matrimonio con un 31enne nordafricano, 10mila euro perché lo straniero ottenesse la cittadinanza italiana, ma è finita malissimo: lui l’ha sequestrata per mesi, tenendola prigioniera nel covo di una rete di spaccio attiva tra l’Emilia e il Veneto. Finché la vittima, una 28enne modenese, è riuscita a eludere la stretta sorveglianza dei suoi carcerieri, fuggendo dal luogo di prigionia e denunciando i suoi aguzzini. Le indagini hanno portato alla denuncia di otto persone.

Sequestrata dal pusher nordafricano 

La vicenda, secondo quanto riportato da TgCom24, è venuta allo scoperto quando una 29enne di Reggio Emilia, dopo aver perso il cellulare e bloccato i vari account, è venuta in possesso di un nuovo smartphone. Guadagnando nuovamente l’accesso ai profili, tra cui l’email, si era resa conto che qualcuno l’aveva utilizzata per inviare e ricevere alcuni documenti. Da qui la decisione di sporgere denuncia per frode informatica, nel novembre 2020. Partendo dall’esposto della 29enne reggiana i carabinieri sono risaliti al finto matrimonio e al giro di droga collegati al sequestro della 28enne modenese.

I due appartamenti erano covi di spaccio

I militari hanno identificato il 31enne nordafricano, residente in provincia di Verona., che avrebbe utilizzato il cellulare rubato per inviare la documentazione alla propria vittima e indurla a sposarsi in cambio di 10mila euro. Scopo: ottenere la cittadinanza italiana. Ma lo straniero non si è accontentato del finto matrimonio: ha privato alla 28enne di documenti e cellulare, sequestrandola in una casa di alcuni complici, una coppia di albanesi residenti a Reggio Emilia, che per settimane l’hanno tenuta sotto chiave. Poi l’immigrato l’avrebbe trasferita in un altro appartamento, in provincia di Verona, di proprietà di un connazionale.

Infine la 28enne è riuscita a scappare approfittando di un momento di distrazione dei propri carcerieri. I due appartamenti-prigione erano anche le basi di spaccio della droga distribuita dal 31enne e dalla sua banda. Sono in tutto otto le persone denunciate per sequestro di persona, spaccio di stupefacenti, frode informatica e induzione al matrimonio con l’inganno. Tutti immigrati, hanno tra i 23 e i 43 anni.

Cristina Gauri

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1 commento

Sergio Pacillo 19 Febbraio 2022 - 2:39

Secondo Qualcuno la colpa è nostra perché li emarginiamo.

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