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Furbetti dei 600 euro, fioccano le autodenunce. Ecco chi ha percepito l’assegno

by Cristina Gauri
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Roma, 11 ago – Ha fatto da apripista per altre «confessioni pubbliche» l’autodenuncia del consigliere comunale milanese Anita Pirovano, che ieri ha annunciato sui social di aver chiesto e ottenuto il bonus per le partite Iva di 600 euro erogato dall’Inps durante l’emergenza coronavirus. Altri amministratori locali, da Trento a Ancona, passando per Lamezia Terme, hanno seguito il suo esempio e sono venuti allo scoperto. Come rivelato da Repubblica, sarebbero infatti duemila tra assessori, sindaci e consiglieri di Comuni e Regioni ad aver richiesto il bonus insieme agli ancora ignoti cinque deputati (tre della Lega, uno del Movimento Cinque stelle e uno di Italia Viva). Se la richiesta del bonus – seppur legittimata dalla stessa normativa – da parte di parlamentari e consiglieri regionali appare quantomeno fuori luogo ed odiosa, lo stesso non si può dire per i consiglieri comunali, che non godono di uno stipendio mensile a 5 cifre e non vivono certo di politica.

Del resto l’ha ammesso pure il presidente della Camera: «Un consigliere comunale ha uno status economico diverso da quello di un consigliere regionale o un parlamentare — ha sottolineato Roberto Fico — sono in trincea, vengono pagati con gettoni, è giusto che continuino il loro lavoro e se sono in difficoltà possono accedere ai bonus».

I consiglieri regionali 

E’ nei guai quindi Gianluca Forcolin, vicegovernatore del Veneto, che comparendo nell’elenco rischia di vedere la fine della sua della carriera in Regione, in compagnia dei consiglieri Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli: il governatore Luca Zaia sembra infatti pare intenzionato a non ricandidare i furbetti. Tra i consiglieri regionali piemontesi percettori del bonus figura Diego Sarno, Pd, che sostiene di aver dato l’assegno in beneficenza. Stessa situazione per i consiglieri leghisti Claudio Leone e Matteo Gagliasso. Leone, «dal 1990 svolge l’attività di commerciante principalmente nei settori dell’abbigliamento e della telefonia. Dal 2002 inizia a occuparsi di sviluppo di reti franchising». Gagliasso, ingegnere, si occupa di consulenze in campo immobiliare «per aziende di caratura nazionale e europea». Quest’ultimo si è affrettato a spiegare che la richiesta del bonus è stato «Un errore del commercialista, li ho restituiti venerdì scorso».

Zannini (Trento): “Senza bonus non arrivavo a fine mese”

«Anche io non vivo di sola politica, pago l’affitto ogni mese e per marzo e aprile sono rimasto senza lavoro e ho chiesto come te i 600 euro visto che con i gettoni di presenza non sarei arrivato a fine mese… ed è giusto rivendicarlo», così su Facebook l’«outing» di Jacopo Zannini, consigliere comunale di Trento per il gruppo «L’Altra Trento a Sinistra».

Rubini (Ancona): “Leoni da tastiera, venite a prendermi”

Tra i percettori del bonus partite Iva spunta Francesco Rubini, consigliere comunale di Ancona del gruppo «Altra idea per la città». Anche lui si «confessa» sui social: «Ho 29 anni, sono un giovane avvocato precario con una partita Iva aperta nel 2019 e come consigliere percepisco gettoni di presenza (niente stipendio, indennità, rimborsi, benefit) per una media di 600/700 euro al mese per gestire commissioni, sedute del consiglio, rapporto con i cittadini, incontri sul territorio e tutto ciò che concerne il ruolo», scrive. «Adesso – attaca Rubini – cari populisti da strapazzo, odiatori di professione, leoni da tastiera e buffoni vari, venite a prendermi per processarmi in pubblica piazza nella vostra ridicola guerra contro ‘i politici ladri’. Vi aspetto a braccia aperte».

Piccioni (Lamezia): “Faccio l’avvocato, non il politico”

La lista dei furbetti si estende fino al profondo sud dello Stivale per toccare il comune di Lamezia terme, in Calabria. Viene così allo scoperto il consigliere Rosario Piccioni, che si autodenuncia con un post su Facebook: «Nei mesi di lockdown il mutuo per la casa, l’affitto per lo studio legale, la rata dell’auto, le bollette per i consumi, non hanno avuto nessuna sospensione», scrive. «Non mi vergogno di aver chiesto il bonus – spiega – perché faccio l’avvocato e non il politico. A marzo e aprile non abbiamo svolto cause e non abbiamo potuto ricevere i clienti. Basta con l’ipocrisia e le generalizziozioni».

Mattiussi (Friuli): “Non ho rubato nulla, le bollette continuavano ad arrivare”

«E’ fin troppo facile puntare il dito» attacca Franco Mattiussi, consigliere regionale di Forza Italia del Friuli Venezia Giulia che ieri ha ammesso ai microfoni del Messaggero Veneto di aver percepito il bonus. «Ho utilizzato quei soldi anche per far quadrare conti che comunque dovevano essere saldati. Perché nonostante tutto fosse fermo, bollette continuavano ad arrivare. Quindi, calma». Il consigliere forzista ribadisce che, a suo dire, «i parlamentari, così come sindaci e consiglieri regionali che hanno richiesto il bonus Inps non hanno rubato nulla» ma hanno solo «esercitato un loro diritto. Hanno, in un certo senso, profittato di una norma che lo consentiva. L’avere partita Iva – conclude – presuppone l’esistenza di un lavoro autonomo parallelo alla figura politica ricoperta”.

Cristina Gauri

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