Roma, 8 mar – La questione Ilva non trova ancora la sua fine. Dopo alcune voci riportate negli scorsi mesi di un possibile ritorno dello Stato all’interno di Acciaierie d’Italia con un aumento di quote, ora sembra essere arrivata l’ennesima svendita di uno dei settori più importanti e strategici dell’intera Nazione. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, infatti, ha affermato come per l’Ilva ci siano “cinque multinazionali interessate”, di fatto annunciando un altro scempio economico italiano.
Ilva lasciata in mano a grandi multinazionali
Il ministro Urso, davanti ai lavoratori e sindacati dell’Ilva di Genova, ha inoltre sottolineato che per qualunque investitore entrerà verrà applicata la norma del golden power, ovvero la procedura per cui il governo può porre dei divieti (in alcuni casi) o prescrizioni per garantire il livello produttivo e gli investimenti. Un inutile tentativo per cercare di nascondere l’assoluta mancanza di potere decisionale dello Stato italiano nella questione del settore dell’acciaio, ormai ad appannaggio solamente di grandi colossi come Mittal. L’Ilva, nella pratica già privatizzata da anni, nonostante le parole roboanti del governo in merito verrà lasciata completamente in mano di investitori stranieri spegnendo anche l’ultimo barlume di speranza di un possibile peso del nostro Paese nella società.
Il futuro della Nazione in bilico
Il futuro dell’acciaio italiano sembra quindi segnato. Una storia, purtroppo, già ampiamente vista con il fallimento della nazionalizzazione di Tim e le ulteriori privatizzazioni di Eni, Ferrovie e Poste annunciate dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Dopo trent’anni di svendite e smantellamento di tutti i settori in cui ci sia stato un controllo pubblico diretto dell’economia, ciò che ci resta ora è uno “Stato minimo”indebitato fino al collo e con poche prospettive all’orizzonte. È ora di mettere in campo politiche di crescita tanto sbandierate in campagna elettorale dal governo così da fermare quello che è a tutti gli effetti un attacco diretto verso la nostra Nazione.
Andrea Grieco