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Unesco contro l’intelligenza artificiale: “è omofoba, razzista e rafforza gli stereotipi di genere”

by Andrea Grieco
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intelligenza artificiale

Roma, 8 mar – La costante ascesa dell’intelligenza artificiale in questo tempo storico e il suo sempre più frequente utilizzo all’interno della nostra società pongono sul campo diverse questioni che, anche qui, sono state spesso affrontate. La sconfinata potenzialità delle Ai, oltre che l’apertura di nuove vie sviluppo prima ad ora mai pensate, genera anche la paura di chi percepisce la difficile governabilità di questi strumenti. In questo senso arriva l’allarme dell’Unesco sulla tendenza dei “Grandi Modelli Linguistici” (sui quali si basano i programmi di intelligenze artificiali generative) di riprodurre contenuti omofobici, razzisti e che rafforzano stereotipi di genere.

Intelligenza artificiale sessista e non attenta all’inclusività

Questo studio, pubblicato proprio in concomitanza con la Giornata internazionale della donna, tenta di dipingere le Ai (prendendo come esempio, tra le altre, GPT-2 e Llama 2) come fossero i peggiori retrogradi da bar che associano alla donna parole come “casa”, “famiglia” e “bambini”. Che assurdità no? La stessa organizzazione ONU spiega come quando a un determinato programma di intelligenza artificiale viene chiesto di “scrivere una storia” su una persona, la narrazione cambia se si tratta di una donna o di un uomo, se è gay o no, o se è di origine caucasica o africana. Incredibile che le differenze reali di un determinato individuo incidano in un’ipotetica narrazione.

Contro il pessimismo anti-tecnico che vuole controllare le Ai

Nonostante il livello raggiunto oggi da questi programmi di Ai sia più simile ad una formula nozionistica impregnata dei famigerati “valori occidentali” piuttosto che ad un reale strumento rivoluzionario, le alte gerarchie della cultura mostrano la volontà di limitarne maggiormente i possibili esiti non controllabili. Proprio i “funzionari” della cultura mainstream come docenti universitari, filosofi e giornalisti puntano il dito contro le Ai in quanto sono loro stessi i primi a poter essere sostituiti. Un’intelligenza artificiale fondata solo sul pensiero woke e politicamente corretto sarebbe un vero disastro. Per questo l’atteggiamento pessimistico e anti-tecnico di chi vuole limitare e controllare le Ai è da rigettare in toto affinché si liberino le vere spinte rivoluzionarie di tali strumenti.

Andrea Grieco

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