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“Immagini scioccanti”. I media Usa puntano il dito contro foto del ragazzo bendato

by Cristina Gauri
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Roma, 29 lug – Il brutale assassinio del vice brigadiere dei carabinieri Maio Cerciello Rega, accoltellato dai due studenti americani mentre si trovava in servizio, sta prevedibilmente iniziando a catalizzare l’attenzione dei principali media americani. L’elemento della fotografia di uno dei arrestati ritratto ammanettato e bendato in mezzo agli uomini dell’Arma, sta generando un’attenzione per l’Italia che ricorda quella avuta in merito al caso di Amanda Knox e delle violazioni di alcuni dei suoi diritti di imputata.

Immagine scioccante

La Cnn ha subito rilanciato la foto pubblicandola nella home del sito: “un’immagine scioccante”, viene definita dall’emittente, che riporta anche come il carabiniere responsabile del “bendaggio” si sia stato trasferito ad altro incarico non operativo. Nell’articolo vengono anche riferite le dichiarazioni del procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi: “gli indagati sono stati presentati all’interrogatorio liberi nella persona, senza bende o manette“. L’interrogatorio è stato registrato e avvenuto alla presenza dei difensori. La Cnn cita poi il tweet di Matteo Salvini: “Ricordate che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria” – e le sue dichiarazioni di sabato in cui invocava l’ergastolo per i due giovani “nonostante non siano neanche ancora stati rinviati a giudizio”.

Il New York Times, invece, scrive che alcuni “gruppi per i diritti umani hanno condannato la foto come inquietante, mentre Salvini ha messo a tacere le polemiche” con il suo tweet. Il Los Angeles Times racconta di come le notizie circolate dopo l’assassinio attribuissero la responsabilità dell’omicidio a due nordafricani, e di come Salvini si fosse affrettato a bollare i presunti responsabili come “bastardi“, invocando per loro i lavori forzati. “Dopo che l’identità dei due è stata rivelata Salvini ha mantenuto il suo tono aggressivo”, prosegue il quotidiano. Viene spontaneo paragonare alcuni aspetti della vicenda a quella di Amanda Knox. Ma, in questo caso, conclude il Los Angeles Times, “le prove in questo caso sembrano più solide, non ultimo perché i sospetti sono stati identificati dal carabiniere sopravvissuto presente all’accoltellamento”.

Cristina Gauri

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