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Immigrati irregolari in Friuli, la polizia di frontiera: “Molti casi di scabbia”

by Alessandro Della Guglia
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immigrati irregolari, rotta balcanica

Roma, 30 set – La cosiddetta rotta balcanica, come noto, è spesso scelta dai clandestini per arrivare in Italia. Un grave problema mai affrontato seriamente, se non con interventi parziali, dalle istituzioni. Quanto affermato dalla polizia di frontiera fotografa però un dramma nel dramma: in Friuli non vi sono spazi e risorse adeguati per fronteggiare l’emergenza dell’immigrazione clandestina. E mancano efficaci controlli igienico-sanitari per contrastare i numerosi casi di scabbia.

L’allarme è stato lanciato dal Segretario Provinciale del SAP, Lorenzo Tamaro e da quello Regionale, Olivo Comelli: “Non ci sono spazi adeguati – scrivono i segretari del sindacato autonomo di polizia – per poter accogliere così tanta gente, locali come quelli di Fernetti adatti a poter ricevere in sicurezza e dignità forse 5, 8 persone, e non 20 anche 30 come sempre più spesso accade. Le condizioni di queste persone, anche quelle rintracciate oggi, che hanno affrontato un viaggio lungo e difficile spesso a piedi in mezzo ai boschi è assai precario”.

Nessun controllo e mezzi inadeguati

Non solo, stando sempre a quanto affermato dai sindacalisti “si riscontrano sempre più spesso casi di scabbia, quella che ovviamente è facilmente riscontrabile da tutti, mentre nulla si conosce delle condizioni generali, in quanto malgrado i numerosi appelli del SAP sul tema, ancora oggi non è stato messo in pratica un controllo sanitario che agisca in automatico in caso di rintracci”. Dunque potrebbero essere riscontrati casi di altre malattie potenzialmente contagiose? A causa delle scarse risorse impiegate per i controlli è difficile dirlo.

E “anche i mezzi sono del tutto inadeguati al trasporto di queste persone – spiega il SAP – perché non dispongono delle necessarie protezioni per gli operatori di polizia e anche perché non vengono effettuate le opportune quanto necessarie successive igienizzazioni. Stesso problema vale per gli ambienti”.

Alessandro Della Guglia

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