Palermo, 9 ott – Nei confronti di Antonio Ingroia è stata avanzata una richiesta di condanna a quattro anni per peculato da parte della procura di Palermo. “Mi aspettavo un grazie e invece mi sono ritrovato sotto processo” commenta il pm.
“La richiesta della procura non mi sorprende dato l’accanimento e l’evidente ostilità nei miei confronti” commenta l’ex Rivoluzione Civile. “Quello che è importante è che io so di aver operato nel giusto e di avere la coscienza a posto. Ho capito che c’è un’interpretazione alla rovescia dei fatti”.
Il caso Sicilia e-servizi
Ingroia è attualmente sotto processo (con rito abbreviato) dinanzi al Gup Maria Cristina Sala. L’ex Commissario straordinario della provincia di Trapani è accusato di essersi appropriato di somme quantificabili in 117mila euro. Tale denaro non gli sarebbe stato dovuto ed è relativo al periodo in cui era liquidatore della società Sicilia e-servizi. Ingroia aveva ricevuto tale ricevuto dall’ex presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta.
Tre mesi e il compenso di un anno
Secondo l’accusa, Ingroia avrebbe intascato, nel 2013, l’indennità relativa ad un ruolo di amministratore e non a quello di liquidatore. Per soli tre mesi di attività avrebbe percepito il compenso spettante per l’intero anno. “Mi aspettavo un grazie per il lavoro che ho svolto e mi aspettavo che le mie denunce avessero un seguito e invece ho assistito a un rovesciamento della verità” continua Ingroia. “I crimini e le cose veramente gravi dentro Sicilia e-servizi sono state fatte prima che io arrivassi e le ho puntualmente denunciate. Peccato però che le mie denunce si sono dissolte nel nulla”.
“La verità verrà a galla”
“Sono fiducioso che alla fine la verità verrà a galla” prosegue Ingroia, attualmente avvocato. “Ora che faccio l’avvocato ho visto tanti casi di mala giustizia per l’Italia ma credo anche che i giudici sapranno riconoscere la verità. Io ho la coscienza a posto”. Vedremo i giudici cosa ne pensano.
Ilaria Paoletti