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La magistratura ha tradito il suo ruolo. L’atto d’accusa del libro-intervista di Palamara

by Tommaso Alessandro De Filippo
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libro palamara

Roma, 6 feb – Una (parte di) magistratura malata che assedia letteralmente l’Italia. E’ questo l’atto di accusa raccolto da Alessandro Sallusti nel libro-intervista a Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati ed ex membro del Csm, “Il sistema. Potere, politica affari: storia segreta della magistratura italiana” (Rizzoli, 2020, 288pp, 19€).

Il “sistema” magistratura

Nel corso dei decenni si è spesso denunciato il comportamento fazioso di parte di alcune toghe. Il tempismo perfetto di alcune indagini, scandali insabbiati tramite copertura mediatica e modalità non trasparenti riguardanti le nomine. Tuttavia, mai un ex membro del Consiglio superiore della magistratura aveva deciso di raccontare e denunciare quel che non esita a definire un “sistema” a tutti gli effetti.

Un contenitore clientelare, composto da correnti e “cecchini” pronti a distruggere la carriera lavorativa di chiunque non si adegui alle regole interne. Impossibile far carriera, indipendentemente da curriculum e capacità, se non si è adeguatamente sponsorizzati dalle correnti. Denunce ed ombre che mettono a rischio il concetto stesso di magistratura in cui tanti italiani hanno sempre posto fiducia.

Dal libro di Palamara la verità sulle inchieste “politiche”

Come racconta ed ammette nel libro Palamara, il sistema nasconde le proprie responsabilità, svolgendo se necessario anche un ruolo di opposizione politica. Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e Matteo Salvini sono tra le figure più indicative ad aver subito attacchi indirizzati ad hoc dal “sistema”.

Leggi anche – Palamara vuota il sacco: “Sì è vero, la magistratura è orientata dalla sinistra” (Video)

Il primo, tramite la regia del Quirinale, con l’allora presidente Napolitano burattinaio della caduta dell’ultimo governo guidato dal Cavaliere. Il secondo, inimicatosi anche le correnti vicine al Pd, ha subito inchieste come quella su Consip volte a scardinarlo da Palazzo Chigi. Inoltre, fatale a Renzi la scelta di porre Nicola Gratteri al ministero della Giustizia, con mandato di rivoluzionare il sistema giudiziario, eventualità sgradita al Csm. Il terzo, l’attuale leader della Lega e colui che maggiormente ha da difendere il proprio futuro politico. Salvini venne attaccato, per ammissione di Palamara, sulla vicenda dei clandestini per favorire il Pd in netta difficoltà politica dopo la batosta elettorale del 2018.

Emergono inoltre dal testo numerosi inquietanti scenari riguardanti i rapporti tra giornalisti e magistrati, “alleanza” fondamentale per promuovere o insabbiare gli scandali. L’auspicio è che il libro di Palamara abbia eco mediatico, per ripristinare trasparenza negli ambienti che più dovrebbero garantire giustizia.

Tommaso Alessandro De Filippo

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5 comments

PAOLO MARIO ERNESTO scanarotti 6 Febbraio 2021 - 1:24

e infatti, vedo camionette dei carabinieri piene di questi traditori dello stato che si dirigono in galera… incredibile.. non è successo NIENTE..!! il sistema non si limita a quello che ha descritto palamara.. ormai è lo stato intero, ad essere diventato il sistema anti stato.

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Marc 6 Febbraio 2021 - 1:37

Questi si regolano solo eliminati in un altro modo. Inutile sperare nella giustizia della legge che non c’è.

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Marc 6 Febbraio 2021 - 1:37

SI, ok, Pietro Gambadilegno: ma tu dovresti stare in galera o no?

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Fabio Crociato 6 Febbraio 2021 - 4:30

E’ dai tempi di Piero Pajardi (presidente del Tribunale e presidente di Corte d’ Appello di Mi), che ha denunciato pubblicamente (07/05/1981!!), grazie a I.Montanelli, sentenze interessate, politiche, risolvibili forse meglio con la tombola… Nessuno ha fiatato… “Mani pulite” doveva ancora arrivare. Figuriamoci oggi con lauree e concorsi sempre più viziati alla origine.
Bisogna creare le condizioni affinché i giovani buoni risultino vincenti concorrenti di certe infami cariatidi imperanti! L’ unico modo è tagliare radicalmente con i figli o parenti d’ arte… Hanno mezzi, si cerchino un altro lavoro per il bene della comunità. Non a caso la terza generazione, spesso, è considerata degenere!

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